24 nov 2008

Futuro dizionario d'America - AA.VV.


Meraviglioso e bizzarro. Il futuro dizionario d'America è una lista di vocaboli e neologismi coniati da numerosi autori tra i più brillanti e interessanti del panorama americano contemporaneo (Eggers & C.) che fanno da pretesto per osservazioni, witz, satira, provocazioni e ripensamenti sulla contemporaneità e sul futuro che ci aspetta. Un bellissimo esempio di creatività intelligente e divertente il cui primo contenuto è il pensiero.

Una sorta di versione "creativa" della celebre "Mythologies" di Roland Barthes del 1957, questa volta però invece di una critica alla società di massa del presente, si potrebbe dire piuttosto che si tratta di una critica a un futuro mondo possibile che dovremmo essere ancora in tempo a scongiurare, una Mythologies preventiva, perché non si realizzi mai.

Consigliatissimo!


[ Futuro dizionario d'America - AA.VV. - Isbn ]


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La città che uccide le donne - di Marc Fernandez e Jean-Christophe Rampal


Il libro racconta l'inchiesta giornalistica e ministeriale che ha tentato di fare luce sui delitti di Ciudad Juarez, inferno urbano messicano nei pressi del confine USA dove risiedono molte aziende internazionali affamate di manodopera a basso costo. In questa degradata metropoli del lavoro sottopagato si avvicenda una forza lavoro vittima di soprusi e condizioni precarie. 

In questo inferno della globalizzazione si sono verificati un numero impressionante di omicidi tutti a carico di giovani donne. I numeri sono impressionanti: 400 donne uccise con inusitata ferocia e 500 donne scomparse dal 1994 al 2005

L'inchiesta cerca di fare luce su una delle più vergognose realtà della modernità: operai in condizioni di semi schiavitù e la cultura del machismo e della prevaricazione come alibi per l'enorme giro d'affari di aziende straniere (oltre 60 miliardi di dollari nel 2001) incuranti del degrado sociale e protette da una corruzione dilagante.

A questo caso è stato dedicato il bel film Bordertown di Gregory Nava, patrocinato da Amnesty International.


[La città che uccide le donne / Marc Fernandez e Jean-Christophe Rampal / Fandango]

L'assassino ha letto Joyce - Bartholomew Gill


Un divertente mistery tra studiosi di Joyce e rievocazioni del Bloomsday a Dublino. L'investigatore seguirà le tracce aiutato dalle pagine di Joyce fino alla soluzione del mistero.

Giallo non eccezionale ma gustoso almeno per il gioco di riferimenti all'Ulisse, se non avete letto Joyce fate penitenza e prima di questo giallo fate come l'assassino del titolo e leggetevi l'Ulisse. Avrete letto un'opera meravigliosa e dopo potrete godervi in leggerezza di questo mistery apprezzandolo meglio.


[L'assassino ha letto Joyce / Bartholomew / Le Fenici ]

23 nov 2008

Un Giappone tutto sbagliato - di Peter Carey


Newyorkese d'adozione, l'australiano Peter Carey si reca in Giappone per un reportage accompagnato dal figlio Charley. 

Il libro tenta di fotografare il Giappone contemporaneo dibattendosi tra i cliché culturali della cultura alta, un po' snob e legati a una tradizione che non rappresenta più da sola la realtà giapponese ma che piace tanto ai turisti con le sue esoticità e stereotipi classici. Il contatto con la cultura bassa del Giappone contemporaneo è stabilito tramite l'adolescente Charley, appassionato di manga e di altre diavolerie kitsch vietate ai maggiorenni.

Il titolo originale è "Wrong about Japan" detta il tema fondamentale ovvero: il Giappone come crediamo che sia e come è veramente  (quello italiano è invece fuorviante con l'assurdo "Manga, fast food & samurai").

Un divertente e istruttivo confronto con la cultura giapponese in un racconto non retorico e originale.
Godibile



[ Manga, fast food & samurai / Peter Carey / Feltrinelli ]

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L'amico ritrovato - di Fred Uhlman


Poco prima di morire Uhlman disse "si può sopravvivere con un solo libro", e il suo libro è certamente "L'amico ritrovato".
 
Si tratta di un racconto sul tema dell'amicizia, il rapporto tra due coetanei sedicenni spezzato nel 1933 dall'avvento del nazismo (l'uno è ariano, l'altro ebreo). Invecchiato l'ebreo fa ritorno in Germania per un ultimo finale confronto con il suo dolore, e qui il colpo di scena!

Una storia meravigliosa e suggestiva, indimenticabile.

Nato a Stoccarda nel 1901, emigrato durante il nazismo; è morto a Londra nel 1985. Avvocato, lavorò come pittore e iniziò a scrivere solo nel 1960, il suo capolavoro è del 1971.



[ L'amico ritrovato / Fred Uhlman / Feltrinelli ]

Il mostro di Firenze


Gi efferati delitti che hanno insanguinato le colline intorno a Firenze hanno dato luogo a lunghe indagini, processi e condanne.

Gli autori di questa ricostruzione / inchiesta sui delitti del mostro di Firenze sono il giallista Carlo Lucarelli e Michele Giuttari, capo della Squadra Mobile di Firenze che ha dimostrato che i delitti attribuiti sono stati opera di un gruppo di assassini, e che successivamente ha diretto una squadra investigativa sugli eventuali mandanti dei delitti.

Il testo è scorrevole e avvincente come un giallo ma questa volta ogni riferimento a fatti reali è del tutto autentico.

Uno dei più suggestivi spunti investigativi ricordato nel libro di Lucarelli e Giuttari viene ripreso e ampliato in un libro scritto a quattro mani dai giornalisti Cardinalini e Licciardi, si tratta dei sospetti sul possibile coinvolgimento e la misteriosa morte del dott. Narducci, un ginecologo fiorentino.

Sempre sulle indagini sui delitti del mostro di Firenze segnalo "Il mostro - Anatomia di un'indagine" di Giuttari che ricapitola lo stato dell'arte sulle indagini svolte dalla magistratura sui compagni di merende.

Curiosità
Giuttari è anche autore di gialli di successo, tra questi segnalo il primo "Scarabeo".



[ Compagni di sangue / Michele Giuttari e Carlo Lucarelli / Rizzoli ]
[ La strana morte del dr. Narducci - Luca Cardinalini e Pietro Licciardi - DeriveApprodi ]
[ Il mostro - Anatomia di un'indagine - Michele Giuttari - Rizzoli]

American Pulp


La letteretaura Pulp prende il nome dalla mescola per la carta di bassa qualità usata per queste pubblicazioni economiche e infarcite di pubblicità delle merci più improbabili. Tra gli anni venti e quaranta in generale la qualità di queste crime story era pessima anche se si segnalano alcune straordinarie eccezioni, una per tutti: Raymond Chandler, l'inventore di Phlip Marlowe. Negli anni cinquanta e sessanta alcune riviste antologiche di genere mistery tra cui "Ellery Queen Magazine" e "Manhunt" pubblicarono opere mediamente di qualità molto più alta.
L'antologia propone ventidue racconti con il meglio della produzione pulp tra il 1937 e il 1984, da segnalare tra gli autori Mike Spillane e Jack Ritchie.



[ American Pulp / AA.VV. / Mondadori ]

I miei sogni - di Theodor W. Adorno


Il celebre filosofo tedesco prendeva sul serio il pensiero, anche quello inconsapevole dei sogni.

Così tra il 1934 e il 1969, al risveglio annotava meticolosamente quel che aveva sognato lasciando alla moglie il compito di copiarli e batterli a macchina. Adorno era affascinato da questo parto libero della sua mente, anzi ne intravedeva la relazione intrinseca, per questo aveva pianificato la pubblicazioni di una selezione di questi sogni così senza commento ma la prima pubblicazione integrale fu postuma.

Una bizzarro e interessante viaggio nell'inconscio di uno dei più influenti esponenti della Scuola di Francoforte.

Consigliabile anche se di Adorno non sapete nulla, intrigante se lo conoscete almeno un po'.

Theodor Wiesengrund Adorno (1903-1969) filosofo esponente della Scuola di Francoforte con Max Horkheimer e Herbert Marcuse, fu teorico di una sinistra marxista anti-neopositivista. Al centro delle sue riflessioni il processo di alienazione e disumanizzazione insite nell'industria culturale del sistema capitalista.

[ I miei sogni / Theodor W. Adorno / Bollati Boringhieri ]

Intelligenza meccanica - di Alan Turing


Le macchine possono pensare? Il grande matematico inglese Alan Turing riteneva di sì.

In questa raccolta si possono leggere alcuni articoli e brevi scritti, composti tra il 1945 e il 1950, sul tema dell'intelligenza artificiale. Si tratta di scritti non banali ma avvicinabili anche da un lettore non specialistico e sono estremamente affascinanti. Vi si può leggere tra l'altro anche il famoso Test che Turing elaborò per verificare l'intelligenza della macchina (poi detto appunto "Test di Turing". Un meraviglioso tuffo nella preistoria dell'informatica dove le geniali intuizioni di un matematico possono apparire oggi come vere proprie profezie sul futuro.

A rendere ulteriormente affascinante Turing, oltre al suo pensiero rigoroso e profetico, vi è anche l'alone di mistero che avvolge la sua vita e in particolare la sua morte. L'inglese Alan Matheson Turing (1912-1954) aveva lavorato per i servizi segreti contribuendo in modo decisivo alla decriptazione del sistema di cifratura nazista Enigma. Era un matematico eccezionale ma in tempi di perbenismo omofobico e caccia alle streghe (la guerra alle spie) non nascondeva la propria omosessualità e non faceva distinguo politici nelle frequentazioni intellettuali, fu questo che probabilmente ne decretò la fine.
Turing infatti fu respinto dal fratello offeso dalla sua non celata omosessualità, finito sotto processo fu condannato alla castrazione chimica (per quanto incredibile in Inghilterra restò in vigore il reato di sodomia fino 1967). In seguito, ostracizzato dal mondo accademico e isolato, morì mangiando una mela avvelenata, un suicidio che suscita più di un sospetto.
Alan aveva servito il suo paese ed era a conoscenza di segreti militari, forse fu proprio il suo bagaglio di conoscenze ad essere giudicato pericoloso. Non sarebbe il primo immolato in nome della sicurezza nazionale.

Quale che sia la verità la biografia del padre dell'intelligenza artificiale e del computer merita di essere letta quasi come un spy story all'ombra della guerra fredda e di una cultura del sospetto e della delazione che ci si augura finita per sempre.

[ Intelligenza meccanica / Alan M. Turing / Bollati Boringhieri ]
Alan Turing - Una biografia / Andrew Hodges / Bollati Boringhieri ]
(L'autore è uno scienziato londinese che ora insegna fisica matematica a Oxford dopo avere collaborato anni con Penrose)

Raymond Queneau


Raymond Queneau (1903 -1976), laureato in filosofia, intellettuale antifascista francese, fu poeta e scrittore amante delle avanguardie. Dopo avere aderito brevemente al surrealismo se ne distacca sviluppando una letteratura anticonvenzionale in cui regna l'inconscio e il gioco linguistico.

Tutta la produzione di Queneau merita la lettura ma tra i vari titoli spiccano:

"Esercizi di stile" (1947) un colto divertissement sulla magia della scrittura. L'opera presenta 99 variazioni di stile nel modo di raccontare una storiella di poche righe. Il risultato è semplicemente spettacolare.

"Troppo buoni con le donne" (1947) un poliziesco comico, giochi linguistici e gran divertimento.

"Zazie nel metrò" (1959) meravigliosa fiaba moderna, una corsa a perdifiato in una girandola di personaggi surreali in una Parigi a metà tra sogno e realtà.

"I fiori blu" (1965) situazioni surreali e giochi linguistici in una storia dove viene violato il confine tra sogno e realtà. una lettura aperta all'interpretazione.


[ Esercizi di stile / Raymond Queneau / Einaudi ]
(Ottima edizione con il testo originale in francese e le artistiche interpretazioni in italiano di Umberto Eco)
[ Troppo buoni con le donne / Raymond Queneau / Einaudi ]
[ Zazie nel metrò / Raymond Queneau / Einaudi ]
[ I fiori blu / Raymond Queneau / Einaudi ]
(traduzione di Italo Calvino)

22 nov 2008

Tingeltangel - di Karl Valentin


Tingeltangel sono i fumosi piccoli locali bavaresi dove si esibiva Karl Valentin negli anni venti davanti a un entusiastico quanto variegato pubblico che contava tra gli altri Hesse e Brecht. Tingeltangel è il titolo di questa divertente raccolta di monologhi e testi di scena originali, nonché di una commedia breve ivi compresa.
Un tuffo nel passato nella brillante e geniale comicità di un Groucho Marx bavarese dal witz impareggiabile.

Karl Valentin, pseudonimo di Valentin Ludwig Fey (Monaco di Baviera 1882 – Planegg 1948) fu cabarettista, attore teatrale e produttore cinematografico.


[ Tingeltangel / Karl Valentin / Adelphi ]

Letture in corso

[ I libri di Luca / Mikkel Birkegaard / Longanesi] Una libreria antiquaria di Copenaghen, il proprietario muore e il figlio erede viene messo a conoscenza della società bibliofila del tutto sui generis capitanata dal padre, i suoi adepti sono in grado di influenzare le persone attraverso l'arte della lettura. Inizia così il thriller che è stato il caso letterario in Danimarca nel 2007. Sono alle prime pagine e sembra molto promettente...

20 nov 2008

Howard Phillips Lovecraft


Incubi e sogni, orrori innominabili, pericoli dal passato e da altri mondi, sono il mondo letterario di Lovecraft. La sua biografia come la sua opera mostra qualche assonanza con il grande Poe: l'infanzia travagliata, l'adozione, il talento non sempre riconosciuto, la povertà, la predilizione per la forma del racconto breve e l'orrido. Ma le analogie si fermano qui, Poe si pone su un piano qualitativamente superiore e più ampio, Lovecraft si orienta in un segmento specifico onirico e di deriva fantasy con una produzione comunque pregevole e godibilissima.

Lovecraft iniziò a scrivere da bambino sul tema ricorrente della sua intera opera: la dimensione del sogno come soglia di contatto tra mondi diversi, sia che si tratti di visioni estetizzanti o di orrori.
Per le sue opere trasse spunto dai sogni e nelle sue opere sognò le sue paure (es. Il richiamo di Cthulhu) e i suoi conforti (es. La chiave d'argento).

Il terrore è sempre giocato sul piano psicologico, qualcosa è là in agguato nell'ombra, il solo intravederlo porta alla follia. Da questo punto di vista le sue atmosfere ricordano un bellissimo racconto di Guy De Maupassant "L'Horla" (1887).

Tuttavia la peculiarità (e grandezza) di Lovecraft consiste nella creazione di un mondo parallelo celato e minaccioso, pronto ad erompere in quella che crediamo la realtà. Per dare consistenza e credibilità a questo mondo dietro il mondo, l'autore sviluppa una vera e propria mitologia alternativa, il mito di Cthulhu, un pantheon di mostri venuti da altri pianeti e adorati da culti blasfemi e antichissimi. Nei racconti si parla anche di un libro maledetto, il Necronomicon, che consente di squarciare il velo di Maya e affacciarsi sul mondo dietro il mondo, ma l'orrore per chi lo legge è tale che l'unico esito è la follia e/o la morte. L'invenzione di questo libro che uccide, di cui i racconti riportano citazioni sparse, è un ulteriore rinforzo di credibilità alla cosmogonia del male. L'artificio fu così efficace che altri autori giocarono sull'equivoco arrivando a pubblicare apocrifi e a spacciarli per autentici.

La realtà dietro la realtà è infetta e abominevole, ogni contatto con essa produce aberrazioni. La degenerazione fisica, le infami e spaventose ibridazioni deformanti, l'estetica Lovecraftiana è satura di olezzi maleodoranti e gorgoglii indecifrabili.

Necronomicon
La deriva fantasy dei racconti di Lovecraft apre a visioni di ruderi di città ciclopiche, di un'antichità pre-umana, di civiltà estranee e non di questo mondo. In una parte dei racconti viene sviluppato un filone non orrorifico in cui la dimensione onirica è la via d'accesso ad un mondo parallelo fatto di lande immense e megalopoli raffinate e magnifiche, in questo filone si rintraccia facilmente il Poe de "Le terre di Arnheim" (1842) e lo stile di Lord Dunsany (di cui consiglio il volume di pezzi scelti curato da Borges per FMR).

Per apprezzare al meglio i racconti è consigliabile leggerli in ordine cronologico, solo in questo modo la mitologia alternativa creata dall'autore emerge con tutta la sua forza amplificando le suggestioni dei racconti.
Volendo scegliere tra i migliori segnalo: Dagon (1917) l'inizio della mitologia, L'estraneo (1921) imperdibile, praticamente rifatto in chiave fantascientifica da Fredric Brown nel racconto "Sentinella" (1954), Il richiamo di Cthulu (1926) lovecraftiano per antonomasia, La chiave d'argento (1926) onirico e fantasy, L'orrore di Dunwich (1928) sul tema dell'ibridazione, Le montagne della follia (1931) sulle civiltà remote ed estranee.

Howard Lovecraft nasce nel 1890 a Providence, il padre impazzisce quando ha tre anni, così si trasferisce con la madre dai nonni i Phillips (di qui il secondo cognome). E' un bambino prodigio a quattro anni legge correttamente e a sei inizia a scrivere racconti e poemetti (di cui purtroppo quasi tutto è andato perduto).
Con la maturità riesce a pubblicare i suoi racconti ma non navigherà mai nell'oro e per lo più i suoi guadagni deriveranno da revisioni di opere altrui e racconti a quattro mani. Come si evince dalla vastissima corrispondenza, per le sue opere trae ispirazione dai sogni e dalle proprie paure.
Misantropo, nella vita come nei racconti manifestò avversione e paura per gli immigrati, per questo è stato arruolato dalla destra tra i propri "autori", ma si tratta di una evidente forzatura e di un grave equivoco sulla sua personalità. Howard era un conservatore disorientato dall'esplodere del melting pot americano, spaventato dal degrado sociale dei sobborghi e prostrato da una situazione economica precaria, ma era sposato con un'ebrea russa, aveva amici omosessuali e impazziva per la cucina degli immigrati italiani.
Morì di cancro nel 1937 a Providence, era povero, solo e quasi sconosciuto.


[ Tutti i racconti (1897-1922) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]
[ Tutti i racconti (1923-1926) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]
[ Tutti i racconti (1927-1930) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]
[ Tutti i racconti (1931-1936) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]

[ H.P. Lovecraft - L'orrore della realtà / a cura di De Turris e Fusco / Edizioni Mediterranee ]
(si tratta di una selezione di lettere di Lovecraft tra il 1915 e il 1937)

[ H.P. Lovecraft - Contro il mondo, contro la vita) / Michel Houellebecq / Bompiani ]
(Un interessante saggio critico in forma quasi di romanzo su Lovecraft e la sua opera, arricchito da una postfazione di Stephen King)

[ Lovecraft 2000 / AA.VV. a cura di Jim Turner / Sperling & Kupfer ]
(Rivolto agli appassionati di Lovecraft, "Cthulhu 2000" (Tit. orig.) è una raccolta in cui lo stile di Lovecraft è declinato in sapidi racconti scritti tra il 1980 e il 1993 da alcuni dei più promettenti autori contemporanei. Piacevoli, segnalo in particolare il notevole "24 viste del M.Fuji" di Roger Zelazny)

Logo Land - di Max Barry


Ancora una volta il titolo è stato cambiato, in originale il titolo è "Jennifer Government" e il libro narra per l'appunto di una ex pubblicitaria che ora lavora per il Governo.

In un futuro quasi contemporaneo il mondo è diviso per aree di influenza delle grandi multinazionali il cui potere va ben al di là del mercato e della legge. Tra i più pericolosi ci sono i funzionari della NRA (National Rifle Association, ovvero la lobby delle armi) che hanno un esercito privato e sono del tutto privi di scrupoli.

La storia prende avvio da un arrivista e spregiudicato manager del marketing della Nike che lancia una nuova forma di marketing estremo: l'omicidio. Lo scopo è fare crescere la richiesta dei prodotti da parte di consumatori completamente succubi del sistema, obbligati ad acquistarsi un'identità, un'appartenenza, attraverso l'acquisto di beni che diranno agli altri chi sono veramente, al punto che le persone prendono il cognome in base all'appartenneza a un gruppo: John Nike, Billy NRA, e la stessa Jennifer Government.
Jennifer indaga sulla Nike, in passato era dall'altra parte della barricata e sa di cosa possono essere capaci quelli del marketing.
Il ritmo incalza in un desolante quadro della società contemporanea ricondizionata a misura di corporation.

Incubo capitalista, parabola no global, il libro di Barry è scorrevole, originale e sorprendentemente credibile nel dipingere il quadro di uno sviluppo possibile e persino non improbabile della società contemporanea.


Max Barry è un giovane scrittore australiano (classe 1973), ha lavorato alcuni anni in Hewlett Packard poi si è dedicato alla scrittura. Al suo attivo altri due libri Syrup e Company tradotti in molte lingue ma sfortunatamente non in italiano.

Divertente il sito dell'autore http://maxbarry.com/

[ Logo Land / Max Barry / Piemme ]

19 nov 2008

Edgar Allan Poe


L'americano Edgar Allan Poe è senz'altro uno degli autori in vetta alla mia personale classifica di gradimento (si gioca il podio con Kafka). Geniale, tormentato, si cimentò in vari generi letterari sempre con risultati eccellenti spaziando dalla prosa alla poesia e alla saggistica

Leggendo Poe ci si confronta con i molteplici volti della sua genialità.
La notevole produzione offre vere e proprie gemme preziose tali da appagare i palati più esigenti e navigati.

La prima volta che lessi Poe avevo undici anni, si trattava di piccolo volume De Agostini dalla bella rilegatura verde con fettuccina di stoffa segnalibro e decorazioni dorate che gli conferivano una certa importanza, fu la prima lettura che mi colpì davvero, altro che "I ragazzi della via Pal". Il volume che conservo tutt'ora comprendeva una selezione di racconti alcuni dei quali mi affascinarono in modo particolare: "Il pozzo e il pendolo", "Il barile d'Amontillado", "William Wilson" (anche oggi tra i miei preferiti). nel corso dell'anno successivo mi procurai la totalità dei racconti (terrore, enigmi, grottesco e arabesco) e il romanzo Gordon Pym che lessi con grande avidità. Da allora ho riletto spesso Poe e ho completato la lettura delle sue opere (poesie, saggi, etc) nonché approfondito la conoscenza della sua tormentata biografia.

Rileggo Poe con una certa frequenza, in traduzioni diverse, qualcosa anche in lingua originale; ogni volta mi colpisce la profondità e ricchezza che caratterizza la sua scrittura, è come passare da un mondo rarefatto a uno molto denso.
Probabilmente Poe da il meglio di sè nei racconti perché come affermò egli stesso: "Nel racconto breve l'autore è in grado di attuare il suo pieno intento senza interruzione. Durante l'ora che dura la lettura, l'animo del lettore è sottomesso al suo controllo", ma Poe è eccellente anche nella produzione poetica, interessante come saggista e originale come romanziere, perciò rimane solo l'imbarazzo della scelta.

Per i neofiti segnalo tra i racconti "Il gatto nero", "Il cuore rivelatore", "La maschera della morte rossa", "La rovina della casa degli Usher", "Berenice" e tra le poesie la celeberrima "Il corvo".

Meno scontati meritano la segnalazione i racconti "Una storia delle Ragged Mountains" (un racconto dove l'intreccio utilizza un gioco metalinguistico ante litteram), il meraviglioso "Come si scrive un articolo Da Blackwood" autoironico esercizio di stile, "Manoscritto trovato in una bottiglia" versione à la Poe del vascello fantasma, "William Wilson" sul tema del doppio; belle le poesie tra cui segnalo "Il verme conquistatore (The Conqueror Worm)" e "Eleonora (Lenore)".

Riguardo alla poesia più celebre "Il corvo ("The raven" - 1845) segnalo un prezioso libricino edito da Interlinea che propone il testo originale in inglese accompagnato da una delle prime traduzioni in italiano (1896) oltre che la traduzione in francese di Baudelaire (1853 qui nella versione del 1859) e di Mallarmé (1875) il tutto arricchito dai disegni di Edouard Manet che impreziosivano quest'ultima traduzione. Per chi legge in francese interessanti le variazioni interpretative.

Poe fu inventore del genere poliziesco con i meravigliosi racconti con protagonista il logico e razionale Auguste Dupin, tra questi la segnalazione è d'obbligo per "Gli assassinii della Rue Morgue". Notevole anche "Lo scarabeo d'oro" il primo dei racconti di razioncinio in cui compare per la prima volta il personaggio analitico deduttivo che poi diventerà Dupin.
Nel meraviglioso "Gli assassinii della Rue Morgue" nelle prime pagine si delinea immediatamente il binomio eroe e comprimario dove quest'ultimo è il narratore delle straordinarie capacità intellettuali dell'amico Auguste Dupin, ed è in queste prime pagine che Dupin dà prova di incredibili capacità deduttive sorprendendo il suo comprimario con un'osservazione perfettamente pertinente ai suoi pensieri in quel momento, spiegata la catena deduttiva la cosa apparirà se non semplice almeno assolutamente logica, come l'uovo di Colombo: una volta svelata la soluzione tutto appare logico e quasi semplice.
Non vi ricorda niente? un altro comprimario, voce narrante, e il suo geniale amico investigatore? Sì è proprio lui, il personaggio di Sherlock Holmes ricalca in molti punti fondamentali il modello Dupin. E' lo stesso Doyle che in "Uno studio in rosso" (del 1887, il primo racconto in cui compare Sherlock Holmes) a far dire da Watson rivolto a Holmes:"Mi ricorda il Dupin di Edgar Allan Poe. Non immaginavo che personaggi del genere esistessero al di fuori dei racconti" e stizzito Holmes "A parer mio Dupin era tutt'altro che un genio" e critica la teatralità del suo insinuarsi nei pensieri altrui. Ma nel racconto del 1905 "L'avventura degli uomini danzanti" (dalla volume "Il ritorno di Sherlock Holmes") è proprio Holmes che sorprende Watson commentando in modo pertinente al flusso dei suoi pensieri, la modalità e le spiegazioni sono analoghe al passo di Poe ricordato prima. Un vero e proprio omaggio.

Infine l'unico e straordinario romanzo di Poe: "Le avventure di Gordon Pym" (tit. orig. The narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket) i cui si narra il viaggio ai limiti del mondo di un marinaio imbarcatosi su una baleniera. Il racconto evolve dallo stravagante al metafisico in un finale che a molti ricorderà la sequenza finale del fantascientifico "2001 Odissea nello spazio" di Kubrick.

Tra i saggi segnalo l'imperdibile "Filosofia della composizione" che ricostruisce le tecnicalità della poesia "Il corvo" e il saggio "Eureka" una cosmogonia per molti versi anticipatrice.

Edgar Allan Poe (Boston 1809 – Baltimora 1849) è oggi considerato uno dei massimi protagonisti della letteratura, un vero e proprio campione americano, ma in vita Poe per lo più non ebbe il giusto riconoscimento per il suo talento, specie in patria. Il suo successo partì dall'Europa dove trovò un estimatore e traduttore d'eccezione Charles Baudelaire.

La biografia maudit di Poe è un succedersi di disgrazie, la morte dei genitori, l'adozione a due anni, la morte della moglie, la povertà, infine l'alcolismo che probabilmente ne causò la morte.

Pressato da problemi economici, non sempre compreso, Poe tentò tutti i generi letterari inventandone persino alcuni; difficile dire se il suo eclettismo dipendesse solo dal suo grande talento quanto piuttosto dall'ansia di interpretare il mercato alla disperata ricerca di un compenso: quale che sia la verità, l'opera di Poe eccelle in tutte le sue declinazioni.

Consigliatissimo, da leggere e ri-leggere.

[ Opere scelte / Edgar Allan Poe / I meridiani Mondadori ]
(edizione elegante con un'ottima selezione della produzione di Poe: racconti, poesie, il romanzo e qualche saggio tra cui l'imperdibile "Filosofia della composizione")

[ Racconti del terrore - Racconti del grottesco - Racconti di enigmi / Edgar Allan Poe / Mondadori ]
(tutti i racconti in cofanetto di tre volumi)
[ Racconti Grottesche e arabeschi / Edgar Allan Poe / Rizzoli ]
(cofanetto in due volumi, interessanti le foto nell'introduzione)
[ Racconti / Edgar Allan Poe / De Agostini ]
[ Tutte le poesie / Edgar Allan Poe / Newton ]
[ Le avventure di Gordon Pym / Edgar Allan Poe / Mondadori ]
[ Eureka / Edgar Allan Poe / Bompiani ]
(Edizione curata, con testo originale a fronte)

[ Il corvo / Edgar Allan Poe / Interlinea ]
(testo originale con 3 traduzioni, comprese due in francese di Baudelaire e Mallarmè, disegni di Manet. Stupendo.)

[ The complete tales and poems of Edgar Allan Poe / Edgar Allan Poe / Barnes & Noble Book - New York ]
(elegante edizione in lingua originale )

21 ago 2008

Neuromante e il cyberpunk di William Gibson


Ho letto “Neuromante (tit. originale Neuromancer)” alcuni anni fa durante il volo che mi portava a San Francisco, avevo accostato il libro con qualche pregiudizio negativo di cui mi sono in massima parte ricreduto: la lettura delle oltre 250 pagine è stata rapida, coinvolgente e sorprendente.
Se si considera che la prima pubblicazione risale al 1984 si comprende meglio quanto fossero visionarie e anticipatrici molte delle idee fantascientifiche di allora, e che oggi invece, procurano un senso di deja vu, in parte per il contesto reale contemporaneo (Internet, protesi bioniche, fusione di multinazionali, etc.) in parte per il mercato entertainment che ha sfruttato ripetutamente alcuni spunti narrativi (limitandosi al cinema si pensi a “Matrix” e “Strange Days”).

La storia narra di un hacker che ingaggia una lotta senza esclusione di colpi nel cyberspazio. Sullo sfondo i traffici loschi di mafie multinazionali, la presenza di entità virtuali senzienti, di esseri umani provvisti di protesi che ne amplificano e modificano le capacità, droghe sconosciute, etc. Tema portante l’esistenza della matrice, la rete per eccellenza dove reale e virtuale possono confondersi.
Una lettura sapida, tanto più gustosa se si mastica un po’ d’informatica (i riferimenti ai firewall, a Turing, etc.)

Consiglio vivamente la raccolta intitolata “La notte che bruciammo Chrome" che contiene il bel racconto omonimo (tit. originale Burning Chrome) insieme ad altri in cui si anticipano tutti i principali temi sviluppati in Neuromante, da segnalare tra questi “Frammenti di una rosa olografica" risalente addirittura al 1977 e “Johnny Mnemonico (1981)”.

Più recentemente ho letto "L'accademia dei Sogni (2003 - tit. originale Pattern recongnition), a parte l'idea di una Trend setter logofobica, ho trovato il libro deludente e noioso.

Curiosità
William Gibson nato 1948 a Conway negli Usa, è naturalizzato Canadese, essendosi trasferito nel 1957 per sfuggire al servizio militare in Vietnam. Attualmente vive e lavora a Vancouver.

[ La notte che bruciammo Chrome / William Gibson / Mondadori ]
[ Neuromante / William Gibson / Mondadori ]
[ L'accademia dei sogni / William Gibson / Mondadori ]

Immanuel Kant novello Mr Hyde? Delirio e razionalismo in un romanzo

Michael Gregorio
Affacciata sul Baltico, stretta in una morsa di gelo, la quieta regolarità della città di Konigsberg è violata da un susseguirsi di delitti tanto efferati quanto inspiegabili, c’è già chi pensa all’intervento del diavolo in persona. Il procuratore Stiffeniis indaga e le ombre sembrano addensarsi intorno al cittadino più illustre della città, il sommo filosofo Immanuel Kant, impegnato nella stesura di una nuova e misteriosa opera: “Critica della ragion criminale”. Delirio, lucida follia? La razionalità gioverà alla soluzione del mistero?

Godibilissimo mistery che spicca per l'ambientazione storica e i riferimenti (per lo più autentici) al declino psicofisico di Kant nei suoi ultimi giorni prima della morte nel 1804.

Un libro che mi sento di consigliare anche a chi di Kant non sa nullla (ma è possibile?); per quanti invece conoscono almeno un po’ il suo pensiero e lo apprezzano, sarà un godibile divertissement seguire il gioco di mescolamento tra realtà e finzione.

L’autore Michael Gregorio è in realtà un nom de plume della coppia Daniela De Gregorio e Michael G. Jacob sposati dal 1980 e residenti in Italia. Dopo “Critica della ragion criminale” pubblicato in 21 nazioni, gli autori hanno regalato ai propri lettori una nuova indagine del procuratore Stiffeniis: “I giorni dell'espiazione” ambientato tre anni dopo la fine del primo romanzo.



Il Kant infermo non è un'invenzione letteraria, a tale proposito suggerisco di leggere prima del romanzo un breve libretto di De Quincey (leggi il post) che racconta i veri ultimi giorni di Kant. Come vedrete il romanzo ricalca i fatti e i personaggi reali seppur inquadrandoli in una cornice di fantasia.


[ Critica della ragion criminale / Michael Gregorio / Einaudi ]


20 ago 2008

Gli ultimi giorni di Immanuel Kant

Kant
Come è noto Kant, alfiere del razionalismo, si spense dopo un periodo in cui le sue facoltà gli fecero difetto, consapevole del disfacimento fisico e intellettuale che lo stava affliggendo. Thomas de Quincey aveva raccolto testimonianze di amici e conoscenti di Kant documentadole in un bell'articolo pubblicato da "Blackwood's Magazine" nel 1827. Il testo, commovente, è reperibile in italiano con il titolo "Gli ultimi giorni di Immanuel Kant", edito da Adelphi.

[ Gli ultimi giorni di Immanuel Kant / Thomas de Quincey / Adelphi ]

19 ago 2008

Quello che rimane – Paula Fox


Anche la sofferenza può avere un fascino e questo libro è in grado di evocare la sinistra bellezza che anche il dolore può offrire.
La prima volta che ho letto questo libro fu quasi come indugiare in una sofferenza che fortifica, come immunizzarsi da un veleno prendendolo a piccole dosi.

Il romanzo narra di una donna (Sophie) che viene ferita da un gatto randagio mentre gli offre del latte, da questo episodio si irradia un climax di suspence apparentemente legato all’esito della domanda “avrò la rabbia?” che la protagonista pone a sè stessa a più riprese, quasi a scacciare la consapevolezza dell’emergere di un malessere più profondo. Come se guardasse con occhi nuovi e tristi a se stessa, il matrimonio, il proprio stile di vita. Intanto il fine settimana scorre e così pure le immagini di fondo: il marito che viene tradito dal socio in affari, la brutta discussione con dei vecchi amici; schemi consolidati che cadono uno dopo l'altro, come foglie in autunno.
In fondo si direbbe che Sophie quasi si auguri un verdetto di morte (la rabbia), in questo modo diventerebbe finalmente sostenibile la disperazione della propria coscienza, sapere la libererebbe dal bisogno di fingere e reprimere la propria consapevolezza.

Azzardo un’interpretazione: Sophie=sophia=conoscenza che rimuove le finzioni e ci lascia esposti alla verità, non più indifesi, liberati dai lacci delle nostre stesse menzogne difensive. Il riscatto nell’amor fati.

Il libro mi è piaciuto molto e lo consiglio vivamente.

Curiosità
L’autrice Paula Fox, nata nel 1923 a New York, ha avuto una vita travagliata e turbolenta, abbandonata, adottata e poi riaffidata al padre ex alcolizzato, ha vissuto a lungo a Cuba con la nonna. Negli anni settanta ha pubblicato diversi libri, alcuni per ragazzi che ottengono anche premi e riconoscimenti. Il vero successo però arriva dopo decenni di oblio con la sua riscoperta nel 1999 in seguito alla grande ammirazione tributatagli da Jonathan Franzen.
Paula Fox è la nonna della cantante e attrice Courtney Love, ex moglie del leader dei Nirvana, Kurt Cobain.

PS
Il titolo originale pubblicato la prima volta nel 1970 è “Desperate Characters” (Personaggi disperati).
Non sarebbe stato sufficiente tradurlo? O almeno lasciarlo come sottotitolo o tra parentesi. Purtroppo le cattive abitudini non muoiono mai (vedi post su Ritchie)

[ Quel che rimane / Paula Fox / Fazi ]

Cioccolata a colazione – di Pamela Moore


La gioventù bruciata degli anni cinquanta nelle vite perdute degli adolescenti dei quartieri alti di Hollywood. La ribellione come ricerca di attenzione e che sconfitta dall'indifferenza di rapporti umani inesistenti si trasforma in autodistruzione

Un libro bellissimo che all’epoca, nel 1956, destò scalpore per la sregolatezza di costumi che svelava dietro la patinata finzione del modello della famiglia perfetta americana.

Leggendo il libro è impossibile non pensare all’autrice, nata a New York nel 1937 e vissuta a Hollywood, che questo ambiente doveva conoscerlo da vicino. 
Pamela morì suicida nel 1964 .

[ Cioccolata a colazione / Pamela Moore / Mondadori ]

Il bazar atomico - di William Langewiesche


"Come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba..."

Dopo la dissoluzione dell’Urss il mondo si è domandato con qualche apprensione che fine avrebbe fatto l’arsenale nucleare sovietico, poi dopo l’11 settembre la preoccupazione è diventata vero e proprio affanno, fornendo persino uno degli alibi per la “guerra preventiva”.
Ma il pericolo è reale?
Chi traffica il nucleare?

In questo bel reportage, ben documentato, scritto come un romanzo, William Langewwiesche documenta una storia offrendo qualche risposta.
Un ottimo esempio di giornalismo d'inchiesta.

Dello stesso autore Adelphi ha pubblicato numerosi altri reportage, considerato quanto ho apprezzato questo sulla proliferazione atomica, credo proprio che presto ne leggerò qualcun altro.

[ Il bazar atomico / William Langewiesche / Adelphi ]

18 ago 2008

Ellery Queen


Per molti anni ho snobbato i romanzi gialli pur essendo spettatore di polizieschi cinematografici e televisivi, poi un giorno ho vinto il pregiudizio è ho voluto provare un giallo classico: Ellery Queen. Da allora ho spaziato volentieri nel genere mistery tra vari autori sia classici che contemporanei traendone divertimento e qualche piccola sfida intellettuale sul disvelamento dell'intreccio.
Si tratta certo di letture più leggere ma di pari passo all'imbiancare della chioma ho cominciato ad apprezzare il lusso del concedersi del tempo di quando in quando; vero lusso se speso in frivolezze.

Tornando a Ellery Queen alla fine mi sono ritrovato ad avere letto parecchio (certo si leggono più velocemente di Hegel). Come dicevo, nel frattempo ho letto numerosi polizieschi e affini anche di altri sottogeneri ed epoche (che troveranno spazio in altri post) ma Ellery Queen resta alto nella mia classifica di gradimento. Per cominciare mi piace l'ambientazione retrò (o meglio questo è l'effetto che fa a un lettore del XXI° secolo), poi trovo intrigante la sfida al lettore (il romanzo si interrompe e si sfida il lettore a svelare il mistero essendogli già stati forniti tutti i medesimi elementi in mano al protagonista). A tal proposito apprezzo la generale correttezza degli autori nel mettere effettivamente a disposizione del lettore gli elementi necessari alla soluzione del mistero (a differenza di altri polizieschi in cui alcuni indizi chiave non vengono svelati). Ovviamente il gioco è misurarsi con la sfida.

I personaggi del giovane giallista (Ellery Queen), del padre ispettore (Richard), del burbero poliziotto (Velie) che ritornano come una costante nei vari romanzi e racconti creano una sensazione di deja vu, quasi da focolare domestico. Perfetto per le piovose fredde notti in montagna (a me la pioggia piace).
Tre gli elementi che prevalgono nelle avventure dei Queen, la natura insolita del delitto, gli indizi apparentemente contrastanti, la soluzione basata sulla logica che sembra quasi ovvia una volta spiegata.
Letto con l'occhio del contemporaneo suonano buffi per non dire insultanti i cliché sulle donnette fragili e nevrasteniche, i neri ignoranti, etc. ma per altri versi suonano incredibilmente moderni gli scenari affaristici della grande New York.
Ellery Queen si cimenta spesso sul tema del delitto della camera chiusa, un vero è proprio genere che ha nel giovane giallista uno dei massimi e più originali solutori.

Curiosità
Ellery Queen è contemporaneamente la firma dei romanzi e il protagonista degli stessi, inoltre il personaggio è a sua volta uno scrittore di polizieschi. E' evidente il circolo ermeneutico che si viene a creare, un gioco di specchi abilmente orchestrato dagli autori a quattro mani che si celano dietro lo pseudonimo (e il personaggio) di Ellery Queen: i due cugini Frederick Dannay (1905-1982) e Manfred Bennington Lee (1905-1971).


Tra i tanti titoli segnalo in particolare "La poltrona numero 30 (1929)" in cui per la prima volta compare Ellery Queen, "Il paese del maleficio (1942)" l'unico di cui per ora oltre ad intuire la soluzione sia riuscito a decodificare correttamente gli indizi (gongolo ancora adesso, lo so), "Dieci incredibili giorni (1948)" quello che ho apprezzato di più.

[ molti titoli sono pubblicati singolarmente nella collana gialli da Mondadori, consiglio vivamente la raccolta "Scacco al delitto" edita sempre da Mondadori che contiene quattro romanzi tra i più belli "Il mistero di Capo Spagna; Dieci incredibili giorni; Colpo di grazia; Bentornato, Ellery!" ]


PS
In generale il macro genere poliziesco si chiama Mistery in America e Noir in Francia, in Italia si chiamano Gialli per via della collana con le copertine gialle delle prime pubblicazioni a cura di Mondadori.
Naturalmente a voler sottilizzare esistono differenze di genere e innumerevoli sottogeneri ma sopratutto differenze di mood (giallo inglese, psicologico, deduttivo, hard boiled, pulp, thriller, etc.), differenze di sfumature o sostanziali, di metodo e di ambientazione che spesso hanno celebri porta bandiera (Conan Doyle, Agatha Christie, Raymond Chandler, Mickey Spillane, Jack Ritchie).



17 ago 2008

Casa di Foglie - di Mark Z. Danielewski


Dieci anni di gestazione per questo originalissimo romanzo di Mark Z. Danielewski "Casa di foglie".
L'opera spicca per originalità sotto molti punti di vista compreso il modo in cui è impaginato (talvolta occorre ruotare il volume per leggere il testo) e il frequente ricorso a rimandi in nota dove vengono sviluppati lunghi periodi o interi capitoli corredati anch'essi di altrettante note rimandanti a opere e autori totalmente inventati. Non mancano invenzioni tipografiche quali cambiamento di caratteri, dimensioni, posizione, inserimento di grafiche e immagini.

Per orientarsi tra le oltre 800 pagine che compongono il romanzo si possono seguire strade diverse, a seconda che ci si soffermi sulle note o sulle appendici, che si segua una lettura tradizionale sequenziale o ipertestuale saltando qua e là inseguendo le innumerevoli note e rimandi.

Il tema principale della storia gravita intorno ad una casa misteriosa, il tutto prende l'avvio dal ritrovamento da parte della voce narrante Johnny Truant degli appunti del vecchio cieco Zampanò (il lettore legge infatti il manoscritto di Truant) a proposito di un film di culto “The Navidson record” girato con videocamere HI8 (e a proposito del quale, numerose note riportano stralci di vasta saggistica in merito).

Le riprese amatoriali documenterebbero la straordinaria esperienza di un certo Will Nadvison che esplora nella propria abitazione i recessi insondabili che si aprono oltre una porta interna della propria abitazione.
Ma l'interno di questa casa nella casa si sottrae all'esplorazione dilatando gli spazi (la Casa è più grande al suo interno che all'esterno) e opponendo un buio impenetrabile agli esploratori alcuni dei quali, sebbene attrezzati come per una spedizione al Polo, si smarriscono senza tornare. Realtà o geniale finzione dell'astuto realizzatore del video Hi8, il sedicente sig. Will Navidson?
Il narratore Truant condividerà con il lettore i suoi dubbi e via via anche il senso di panico che ne ricava.

Una chicca: molte note al testo sono di Truant, altre parrebbero del curatore, il tutto alimentando nel lettore la confusione nel fissare il discrimine tra realtà e finzione, proprio come accade a Truant.


Il libro risulta incredibilmente coinvolgente e disorientante a un tempo, in una parola: geniale.

Quanto alle bizzarrie di impaginazione (cambio di orientamento, pagine quasi vuote, altre fittissime in caratteri piccolissimi, etc.) Danielewski ha parlato di un approccio cinematografico alla scrittura, in cui il testo asseconda i movimenti di una ideale telecamera: dissolvenze, cambi di inquadrature, stacchi, fermo immagine, panoramiche, etc.

A quanto ho potuto informarmi Danielewski (nato a New York nel 1966) ha nel frattempo pubblicato altri libri, spero che escano presto in traduzione italiana altrimenti mi toccherà la fatica (e nel suo caso lo è davvero) di una lettura in inglese.

Personalmente mi fa pensare ad un complesso "esercizio di stile" sul metalinguaggio
Dimenticavo: consigliatissimo.


[ La casa di foglie / Mark Z. Danielewski / Mondadori ]

Philip K. Dick


In generale non sono un amante delle storie di astronavi e meno che mai della banda delle tutine dei vari serial televisivi, ma quanto a Philip Dick (1928-1982) è tutto un altro discorso: "un visionario tra i ciarlatani" come fu definito in un celebre saggio dedicato alla science fiction.
Californiano, talentuoso, prigioniero di un genere minore, Dick immette nelle sue opere tematiche alte quasi a volersi emancipare superando i limiti imposti dal genere.

Se tutti o quasi sanno che il capolavoro di Ridley Scott "Blade Runner" è liberamente ispirato a un romanzo di Dick, probabilmente è meno noto che quasi tutti i migliori film di fantascienza degli ultimi anni sono derivati da suoi racconti. Naturalmente il confronto con i libri è sempre impari e largamente a favore della pagina scritta. In generale nelle trasposizioni cinematografiche si perde la riflessione esistenziale a favore dell'action e degli effetti speciali.
Ma è proprio questa la forza, la credibilità di Dick: la sua profondità, il tema esistenziale, la riflessione sul ruolo dei media, sulla società, sulla politica.
Si tratta pur sempre di una letteratura più "leggera" ma in questo autore certamente più "carica" di pensiero rispetto alla media del genere.

Tra quello che ho letto consiglio:
"Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" (1968) un capolavoro in tutti i sensi, dimenticate il film (peraltro bello a suo modo) e divoratelo. Dimenticavo, il romanzo è ambientato in una San Francisco del futuro, nel 1992....

"Rapporto di minoranza e altri racconti" una godibilissima raccolta di racconti da cui sono stati tratti celebri anche se non sempre memorabili trasposizioni cinematografiche: "Rapporto di minoranza (1954)", "Impostore (1953)", "Ricordiamo per voi (1965)", "La formica elettrica (1968)" e il racconto che preferisco "Modello due (1952),

"Tutti i racconti 1954" una raccolta che attesta le sperimentazioni di Dick prima di misurarsi sui romanzi, deludente a meno di non essere dei fan assoluti del genere.


[ Ma gli androidi sognano pecore elettriche? / Philip K. Dick / Fanucci ]
[ Rapporto di minoranza e altri racconti / Philip K. Dick / Fanucci ]
[ Tutti i racconti 1954 / Philip K. Dick / Fanucci]

Hunter Thompson


"Eravamo dalle parti di Barstow al limite del deserto quando le droghe cominciarono a fare effetto."
Questo l'indimenticabile incipit di "Paura e disgusto a Las Vegas (1971)", selvaggia scorribanda nel sogno (infranto) americano.

Psichedelico viaggio on the road di un giornalista e del suo avvocato che a bordo dello squalo rosso (una chevrolet) con il baule ricolmo di tali e tante sostanze da sembrare " un laboratorio mobile della narcotici"deve documentare "il sogno americano". Vorticando tra allucinazione e percezioni deformate, la narrazione lucida, grottesca, gustosamente irriverente, mette a nudo l'illusorietà del sogno americano aprendo squarci sull'abisso di disperazione dei vinti d'America le cui illusioni si infrangono come onde sui freddi neon di Las Vegas.
Beninteso non sono un apologeta delle droghe, il libro è semplicemente fantastico per lo stile e il mood irriverente contro il conformismo oppressivo dell'America ben pensante.

Di questo imperdibile libro è stato tratto un gustoso adattamento cinematografico, a mio avviso molto riuscito, anche se il libro resta insuperabile. Il film si intitola "Paura e delirio a Las Vegas" per la regia di Terry Gilliam e protagonista Johnny Depp.

Dello stesso autore consiglio:
"Cronache del Rum (1959)" romanzo in cui il 22enne Tomphson che sentiva evaporare il proprio talento incastrato in una redazione sportiva rovescia i propri incubi in una rielaborazione di elementi autobiografici e non.

"Screwjack (1991)" ovvero tre racconti esemplari del mitico Raul Duke.

"Hells Angels (1966)" mitico reportage dall'interno (si era infiltrato) sulla gang di motociclisti più temuta e pericolosa d'America. Racconto al di là del mito tra i nerboruti motociclisti, storie di emarginazione e vite contro, il mondo visto dalla parte dell'outsider. Thompson si trasformò in una sorta di avvocato di ufficio della gang demistificando l'eccessiva attenzione a loro riservata come funzionale al mantenimento della morale borghese che non vuole vedere il marcio nelle vicinanze (i reati erano ben peggiori e più diffusi altrove) e ha costantemente bisogno di individuare una minaccia circoscritta, un nemico ben identificabile contro il quale sfogare il proprio orgoglio di pretesa normalità e a cui attribuire ogni sorta di pericolo per l'ordine costituito. Attenzione però, Thompson è tutt'altro che un apologeta di questi biker delinquenti che infatti misero fine al suo periodo "embedded" picchiandolo a sangue.


Una nota sullo scrittore, Thompson (1937-2005) fu una vera e propria icona vivente, scrittore Cult, seppe raccontare il lato oscuro dell'America oltre la corte di ipocrisia e buon gusto borghese. Geniale l'invenzione del Gonzo Journalism ovvero una forma di scrittura che mescola giornalismo tradizionale, artifici letterari e impressioni personali il tutto a rendere un esperienza in presa diretta.

Sempre irriverente, allergico allo status quo, Thompson amava farsi chiamare Raoul Duke (il nome del giornalista protagonista di "Paura e disgusto a Las Vegas" con cui l'autore firmò la prima pubblicazione dell'opera su Rolling Stones), con questo nome gli è stato reso omaggio con il personaggio di Zio Duke nella mitica striscia di Doonsbury di Gary Trudeau.

Un piccolo presunto giallo avvolge le circostanze della morte dello scrittore, ufficialmente un suicidio con arma da fuoco mentre conversava amabilmente al telefono con la moglie e il figlio di sei anni si trovava al piano di sopra.
Hunter stava lavorando a un libro cospirazionista sull'11 settembre e aveva manifestato il timore di venire "suicidato".
Tragico incidente, delirio, coup de theatre? In ogni caso una fine in stile Duke.
Una comparsa tristemente prematura, sarebbe stato bello scoprire i suoi nuovi capolavori.

[ Cronache del Rum / Hunter S. Thompson / Baldini Castoldi Dalai ]
[ Hell's angels / Hunter S. Thompson / Baldini Castoldi Dalai ]
[ Paura e disgusto a Las Vegas / Hunter S. Thompson / Bompiani ] (questa edizione è corredata dalle gustosissime tavole bianco e nero di Ralph Steadman)
[ Screwjack / Hunter S. Thompson / Baldini Castoldi Dalai ]

Hannah Arendt


Il primo libro che ho letto di Hannah Arendt (1906-1975) è stato "Le origini del totalitarismo (1951)". In questo libro, che ho trovato molto interessante e stimolante, il "meccanismo totalitario" viene analizzato a fondo. Impossibile sintetizzare senza banalizzare o distorcere un pensiero che si sviluppa in ben 656 pagine. Con l'approssimazione del caso direi che in questo saggio si illustra l'evoluzione delle ideologie in un paralogisma che fa indebitamente proprie le leve della razionalità avendo però il terrore come elemento fondante e fortificatore, condicio sine qua non di ogni ideologia totalitaria.
Un libro illuminante specie agli occhi di chi può guardare a nazismo e stalinismo con il "senno del poi" della storia recente.

La fama di questa interessantissima filosofa tedesca fu accompagnata da un insistente (quanto sterile) gossip su una sua relazione sentimentale, ovvero la storia d'amore tra la giovane studentessa ebrea Hannah e lo sciamanico professore Martin Heidegger (al centro di controversie tutt'ora aperte sulla sua compromissione con il nazismo). Allieva di Jaspers, legata da amicizia con Walter Benjamin, Hannah dovette fuggire a New York in seguito alle persecuzioni naziste in Europa,

Le sue opere si concentrano in particolare su aspetti di tipo etico e di prassi politica intesa come dimensione sociale non oppressiva.

Tra le opere della Arendt che ho avuto il piacere di leggere segnalo:
  • "La banalità del male" il processo ad Eichman che la Arendt seguì a Gerusalemme come inviata del New Yorker disvela il carattere di "non eccezionalità" della malvagità nazista riportando un ombra ancora più sinistra sulle radici "banali" del male in quanto tale. Imperdibile...
  • "Responsabilità e Giudizio" una interessantissima raccolta di discorsi pubblici, brevi saggi e riflessioni sulla contemporaneità. una riflessione sull'inadeguatezza degli antichi principi e il conseguente collasso morale dell'umanità
  • "Il futuro alle spalle" meravigliosi saggi brevi dedicati ad alcune personalità del secolo scorso: Heine, Kafka, Benjamin, Brecht.
  • "Sulla violenza" Saggio sul tema cardine della passione politica della Arendt.
  • "Quaderni e diari (1950-1973)" interessantissimi e molto bella l'edizione, peccato per le molte citazioni in greco non tradotte che possono rendere laboriosa la lettura.

Tra gli acquisti più recenti segnalo:
"La menzogna in politica. Riflessioni sui "Pentagon Papers" interessantissima e purtroppo attualissima riflessione sulla relazione tra menzogna e politica, quando la falsificazione diventa strumento del potere. La riflessione della Arendt scaturì da uno scoop del New York Times che nel 1971 pubblicò stralci dei Pentagon Papers, documenti segreti in cui gli esperti del Pentagono ammettevano l'assoluta inutilità strategica dell'impegno americano in Vietnam. lo scandalo avviò la crisi di credibilità della presidenza Nixon travolta poco dopo dallo scandalo Watergate.

PS
Hannah Arendt è tra i filosofi che amo di più, si era capito?


[ Le origini del totalitarismo / Hannah Arendt / Edizioni Comunità ]
[ La banalità del male / Hannah Arendt / Feltrinelli ]
[ Responsabilità e giudizio / Hannah Arendt / Einaudi ]
[ Il futuro alle spalle / Hannah Arendt / Il Mulino ]
[ Sulla violenza / Hannah Arendt / Le fenici ]
[ Quaderni e diari / Hannah Arendt / Neri Pozza ]
[ La menzogna in politica / Hannah Arendt / Marietti 1820 ]

16 ago 2008

On se rencontre nouvellement


Ritorno al Blog dopo una pausa.
L'arrivo di un meraviglioso cucciolo di barboncino e qualche imprevisto per un po' hanno preso tutto il tempo a mia disposizione.
Nel frattempo si sono accumulati molti nuovi titoli e qualche rilettura che scalpitano di diventare altrettanti post, prima che il cane li rosicchi (sta cambiando i denti...)

28 mag 2008

Preziose miniature noir


Un Ungaretti della prosa, l'americano Jack Ritchie si distingue per il dono della sintesi. I suoi brevissimi racconti sono arguti, brillanti, piccoli tesori in miniatura, veri capolavori noir; alcuni di essi furono d'ispirazione per gli episodi dei celebri telefilm di Alfred Hitchcock.

Il bellissimo racconto "Una nuova foglia" offre lo spunto per un digressione sulla consuetudine di cambiare i titoli alle opere originali, la scelta è spesso fatta per ragioni di mercato per rendere più appetibile un prodotto e capitava soprattutto con i titoli dei film ma accade anche con i libri. Non condivido questo modus operandi perché è evidente che il titolo è in un qualche modo una chiave interpretativa dell'intenzione dell'autore, ma vi immaginereste "La metamorfosi" cambiato in un moderno "L'uomo-blatta" dal sapore Marvel Comics?
Il titolo originale del racconto è "The Green Heart" (Il cuore verde) mutato in "A New Leaf" (Una nuova foglia) per il bel adattamento cinematografico con Walter Matthau. In italia il film è diventato "E' ricca, la sposo e l'ammazzo" che è anche il titolo del volume dei racconti in italiano che contiene il racconto in questione intitolato "Una nuova foglia".
Il titolo italiano del film strizza l'occhio ai film di serie B di quegli anni, cancellando completamente il mood raffinato dolceamaro della storia originale. E sia che il film ha una deriva comica anche grossolana ma non perde il controcanto triste e amaro del dramma della disperazione e del riscatto finale che il nuovo titolo ignora completamente. Sappiatemi dire.

Le meravigliose microstorie di Ritchie si possono trovare in alcuni volumi editi da Marcos Y Marcos, personalmente ho letto "Il caro prezzo della privacy" e "E' ricca , la sposo e l'ammazzo".

[ Il caro prezzo della privacy /Jack Ritchie / Marcos Y Marcos ]
[ E' ricca , la sposo e l'ammazzo /Jack Ritchie / Marcos Y Marcos ]

26 mag 2008

Letture in corso


[ La lotteria / Shirley Jackson / Adelphi ]
Piccola raccolta di racconti brevi, gustosissimi. Da notare come la pubblicazione sul "New Yorker" del racconto che dà il titolo alla raccolta scatenò fenomeni di credulità simili al programma radiofonico di Orson Welles. Se siete in New England non partecipate alle lotterie.

[ Luogo / Juan José Saer / Nottetempo ]
Raccolta di racconti, declinazioni sul tema del concetto di luogo. Visto l'autore promette benissimo.

[ Gli uccelli e altri racconti / Daphne Du Maurier / Il Saggiatore ]
Personalità ossessive e atmosfere inquietanti nei racconti della scrittrice inglese di cui Hitchcock realizzò alcuni adattamenti cinematografici, primo fra tutti "Gli uccelli" del titolo.

[ Il paradiso dei celibi / Melville / Passigli ]
L'autore è una garanzia, se non avete letto Moby Dick rimediate presto. il sottotitolo "tre racconti doppi" ha attirato la mia attenzione, si tratta infatti di una raccolta di tre racconti giocati sulla successione di due parti diverse ma in qualche modo collegate, sembra intrigante. Nulla a che fare col tema del dopplerganger.

19 mag 2008

Noir oltre il limite di genere


Un racconto composto di due storie che si mescolano: un gruppo di amici argentini alle prese con un romanzo sulla guerra di Troia e un poliziotto che indaga su efferati omicidi a Parigi.
Ne "L'indagine" i due altro-quando si mescolano in modo inaspettato, un mistery violento e intrigante, vale il libro già soltanto l'ambientazione in una Parigi onirica da cauchemar.

Prova d'artista, questo incredibile poliziesco è il pasto ideale per i palati più fini, fuori dagli schemi, sorprendente come una spezia misteriosa. Meraviglioso per chi ama i noir, ancora più succulento per chi non li ama affatto.

Al momento non ho letto altro di questo autore ma dopo questa lettura porrò sicuramente rimedio a questa mancanza.

[ L'indagine / Juan José Saer / Einaudi ]

Pulitzer postumo


Suicida a trentun'anni anni il professore di letteratura inglese John Kennedy Toole (1937-1969) ricevette l'onore del Premio Pulitzer asssegnatogli postumo nel 1981 per il libro "Una banda di Idioti" il cui manoscritto fu pubblicato per la prima volta nel 1980 grazie all'insistenza della madre che per anni lo sottopose incessantemente agli editori.
Ambientato in una New Orleans quasi circense, popolata di personaggi felliniani, seguiamo le "epiche gesta" di un presuntuoso mammone, ingenuo, insolente, cafone, incorniciato in un ridicolo berretto verde da cacciatore: Ignatius Reilly.
Ignatius ne è certo, sa di essere un genio; il fatto che tutti facciano banda contro di lui ne è la prova. "Gli idioti", come li vede lui, concepiscono un mondo "privo di geometria e teologia", ma lui è pronto a correggerli.
Un moderno barbaro che si aggira tra rutti e flatulenze in una colorita New Orleans lasciando dietro di sé una sorprendente scia di disastri tragicomici.

Il libro è nella classifica dei long seller in diverse nazioni. Da non perdere.

Dello stesso autore consiglio anche "La Bibbia al Neon", scritto a soli sedici anni, più cupo delle gesta di Ignatius, ugualmente imperdibile.

[ Una banda di idioti / John Kennedy Toole / Marcos Y Marcos ]
[ La Bibbia al neon / John Kennedy Toole / Marcos Y Marcos ]

Favola d'amore di Saramago


Il premio nobel José Saramago dà il meglio di sè in questo stupendo "Il racconto dell'isola che non c'è" che è una fiaba sull'amore. Fuori dal tempo, vagamente esotico, inizia il viaggio verso l'isola della fantasia.

Simpatica l'edizione Einaudi corredata da belle tavole a colori di mappe del 1553 tratte dall'Atlante di Battista Agnese.

Sempre di Saramago consiglio anche il bellissimo "Uomo duplicato", cosa fareste se un giorno guardando un film vi  riconosceste in un perfetto vostro duplicato?

[ Il racconto dell'isola che non c'è / José Saramago / Einaudi ]
[ L'uomo duplicato / José Saramago / Einaudi ]