19 lug 2013

Rassegna libraria sulle montagne vicino a Torino, il 20 luglio inaugura Pralibro 2013

Nella splendida cornice di Prali , ultimo paese in alto della val germanasca (1500 metri, 370 abitanti), si apre sabato 20 luglio l'undicesima edizione della kermesse libraria Pralibro.
per un mese fino al 18 agosto si svolgeranno vari eventi: presentazioni di libri, discussioni, concerti, eventi per i bambini, etc.
Anche quest'anno il programma è ricco e interessante, inoltre per la prima volta la manifestazione ha un sito internet dove è possibile trovare tutte le informazioni sugli eventi. 
Segnaliamo inoltre che durante tutta la durata della kermesse sarà organizzata una libreria temporanea nella sala valdese del tempio di Prali a cura di due librerie torinesi che da sempre supportano Pralibro, novità del 2013 la possibilità di trovare la maggior parte di titoli che saranno presentati a Pralibro anche online, su carta ma anche in formato eBook, messi a disposizione dalla libreria www.librieletture.com  che da quest'anno supporta Pralibro avendo anche realizzato il sito della rassegna libraria www.pralibro.it

Segnaliamo che la libreria LibrieLetture.com che apre anticipatamente i battenti proprio in occasione di Pralibro, è una libreria specializzata in titoli non mainstream e piccoli editori,  e tratta sia libri di carta che digitali oltre ad avere una vetrina dell'usato con prime edzioni e volumi da collezione.
Un iniziativa questa di dare voce ai grandi libri che riamangono esclusi dai circuiti promozionali principali che ci piace sostenere, perciò vi invitiamo a seguire la libreria, iscrivendovi sulla pagina facebook e a tenere d'occhio la vetrina dell'usato.

PS
su LibrieLetture.com è disponibile in cartaceo e in digitale eBook un magnifico libro pubblicato in italia da un piccolo ma grandissimo editore piemontese (Scritturapura), il titolo è "Non sparate agli aquiloni" di Feride Cicekoglu che abbiamo anche recensito (clicca qui per la recensione),  segnaliamo anche che sempre su LibrieLetture.com potete trovare il saggio "Avevano calde le mani" anch'esso pubblicato in italia da un piccolo editore (Sensibili alle foglie), che  è un libro bellissimo che fa perfettamente coppia con il romanzo di Feride Cicekoglu, entrambi parlano della Turchia, il primo descrive la situazione della repressione politica dal punto di vista di un bambino in carcere, il secondo è una memoria sugli scomparsi curdi che dagli anni 80 ininterrottamente sono stati vittime di "esecuzioni extragiudiziali" in Turchia, due libri per riflettere e non dimenticare.

18 mar 2013

Giappone mon amour

Il padiglione d'oro a Kyoto
Il Giappone è una terra dal fascino potente, una stupefacente compresenza di tradizioni millenarie e super modernità che ne fanno un un oggetto del desiderio benché accompagnato dall'ombra dell'incubo metropolitano e atomico (Hiroshima a parte, basti pensare al recente caso di Fukushima).
Ho avuto il grande privilegio di potere visitare  questo paese misterioso e magnifico e ne sono rimasto davvero molto affascinato, e ciò malgrado la società giapponese manifesti taluni tratti sociali incomprensibili e spaventosi agli occhi di un occidentale (la competizione estrema, la rigidissima divisione gerarchica, il sessismo, una relativa insensibilità alla violenza, etc.).

Vi sono talvolta libri che sono in grado di evocare non soltanto un luogo ma anche le atmosfere, le sensazioni che evoca nel viaggiatore l'incontro con un'altra cultura, tra questi è senz'altro da segnalare riguardo il Giappone il libro di Fosco Maraini che nel suo mirabile "Ore giapponesi", scandagliando tradizioni e cultura di questa terra lontana, trasmette con maestria quel senso di spaesamento e straniamento accompagnato da una potente attrazione che il Giappone è in grado di esercitare sul forestiero.
Tokyo - Ginza
L'autore ebbe l'opportunità di viaggiare largamente in Giappone dove visse per lungo periodo pre e post bellico (fu tra l'altro  testimone diretto della clamorosa dichiarazione dell'imperatore che al termine della guerra dichiarava tramite la radio al popolo la propria natura "non divina") e poi durante la trasformazione industriale degli anni cinquanta. Dopo essersene allontanato tornerà  alla fine degli anni ottanta in un Giappone violentemente cambiato ma ancora terra di misteri e tradizioni quale l'aveva lasciato molti anni prima. Il volume è corredato di numerose fotografie che supportano utilmente il racconto.
Consigliatissimo!

Se siete interessati al Giappone la consultazione di un buon libro fotografico potrà darvi in pochi scatti il segno di quel mondo di contrasti (quasi incomprensibili per noi) che costituisce il Giappone contemporaneo, uno per tutti "Giappone luci ed ombre" per Edizioni White Star.

Se in tempi recenti vi siete recati in questa terra sorprendente potrebbe essere molto intrigante consultare (se riuscite a trovarlo) il volume monografico del Touring Club Italiano del 1973 dedicato alla città di Tokio, che vi mostrerà l'incredibile avanguardia che sapeva esprimere questa metropoli già quaranta anni fa.

[ Ore giapponesi / Fosco Maraini / Corbaccio ]
[ Giappone luci ed ombre / (fotografico) / Edizioni White Star ]
[ Tokio (edizione del 1973) / Touring Club Italiano ]


14 mar 2013

Elementare Wittgenstein! - di Renato Giovannoli

Ludwig Wittgenstein, il celebre e ombroso filosofo del linguaggio, aveva una passione per i romanzi polizieschi di genere hard boyled, i pulp; a partire da questa curiosità si sviluppa il bel saggio di Giovannoli dedicato all genere poliziesco indagato nelle sue numerose varianti e sopratutto nei metodi e nelle tecniche deduttive dei vari detective di fantasia. Un gioco di rimandi e corrispondenze che è anche un pretesto per affrontare il pensiero filosofico, le teorie sulla conoscenza, e esaminarne le caratteristiche tanto che il sottotitolo recita: "Filosofia del racconto poliziesco".

Il libro ripercorre la storia delle forme del genere giallo, i suoi cliché e paradigmi; nel testo si ripercorrono numerosi celebri rompicapi di famosi gialli letterari o cinematografici, si esaminano le soluzioni e le modalità di approccio, si tracciano parallelismi e analogie con il pensiero dei grandi filosofi e qua e là si segnala la predilizione dei grandi pensatori per l'uno o l'altro degli eroi del mistery.

Una lettura che è al contempo un immersione nella teoria compositiva del genere giallo e insieme una lezione di filosofia che prende spunto dagli esempi letterari.
Il taglio divulgativo non pretende dal lettore particolari preconoscenze filosofiche ma sicuramente  sarà maggiormente apprezzabile se siete appassionati cultori del genere poliziesco e di indagine.

Una lettura coinvolgente, stimolante e intrigante come un buon giallo.

[ Elementare, Wittgenstein! / Renato Giovannoli / Medusa ]


11 mar 2013

Lacrimae rerum - di Slavoj Zizek

Slavoij Zizek
L'eclettico Zizek dà il meglio di sé quando mescola il pop con la cultura alta, per questo leggere questi saggi sul cinema e il world wide web è un autentico divertimento.

Non tutti sono fan di Tarkovskij, Kieslowsky o Linch, ma tutti conosciamo le opere di Hitchcock e di certo abbiamo visto Matrix apprezzandone i mirabolanti effetti speciali (una vera novità per quando è uscito il primo film); ora in questo saggio scopriremo che dietro questa nostra attrazione per questi film c'era qualcosa di più che il semplice divertimento, Zizek ci mostra come da una particolare sequenza o dettaglio della trama sgorghino continui spunti e corrispondenze con il pensiero filosofico più elevato.

E' un vero piacere per la mente (e quasi una carezza per il proprio ego) "scoprire" Lacan, Egel, Freud e molti altri "grandissimi" nei film che abbiamo più apprezzato. Ancora una volta Zizek riesce nell'impresa di semplificare la complessità (senza spogliarla né banalizzarla) e al tempo stesso elevare la banalità oltre sè stessa fino a raggiungere contenuti di pensiero degni di questo nome.

The Matrix (Wachowski brothers)
 Il modo in cui Zizek interpreta ed estrae significati, concetti, spunti e analogie dalla produzione cinematografica (anche di massa) o dalla realtà quotidiana (es. internet) può ricordare per certi versi la straordinaria capacità evocativa di Heidegger nel suo rileggere le poesie di Holderlin o di Trakl, uno "stile sciamanico" di indubbio fascino.
Certo Heidegger (figlio del suo tempo e dell'alto concetto di sé) usava sia pure in modo strumentale esempi non esattamente "popolari" (nel senso di bassi, benché popolari nel senso di universalmente noti) come ad esempio la poetica romantica o le opere di Van Gogh (rif. il saggio sull'origine dell'opera d'arte del 1936).
Nei saggi di questa raccolta Zizek si cimenta invece con punti di partenza di ben più di largo accesso e popolari (proprio nel senso di pop) ed è proprio questo apparente conflitto tra quotidianità e pensiero filosofico, tra basso e alto, che mette in luce le doti funamboliche del pensiero (e della scrittura) di Zizek.

[ Lacrimae Rerum / Slavoij Zizek / Libri Scheiwiller ]


8 mar 2013

Internet sì, internet no

Mai come in questo momento in Italia si è guardato ad internet come allo strumento chiave di una rivoluzione culturale, morale e sociale: un manipolo di giovani smanettoni ha espugnato la casa del potere ed è giunto in parlamento. Ma davvero in questo inizio di 2013 internet è la panacea di ogni male? Basta la "rete" a salvarci? Evidentemente le cose sono ben più complesse e l'ingenuità di alcuni dei nuovi eletti è una manna per la stampa, come sparare sulla croce rossa. Ma la larga banda e l'accesso alla rete sono davvero dirimenti per il nostro futuro? 
Un paio di libri possono aiutarci a farci un idea più chiara su cosa sia internet è come possa influire sulle nostre vite: il primo è "Internet è un dono di Dio" curato da Wired (la celebre rivista di tecnologie e trend), il secondo è "Tu non sei un gadget" che mette in guardia dalle trappole del 2.0.

In "Internet è un dono di Dio" sono raccolte alcune case history di blogger e dissidenti politici che hanno trovato nella "rete" la dimensione della propria libertà, dando voce a una protesta che ha così finalmente potuto trovare le gambe per camminare, fino a creare fronti di pressione davvero importanti su governi e nazioni; in un certo senso gli eventi della primavera araba sono una versione collettiva, potremmo dire di dimensione storico epocale, di questo fenomeno. Tra i molti contributi spiccano nomi  autorevoli: il Nobel per la pace Liu Xiaobo, la cubana Yoani Sanchez, Hilary Rodham Clinton, e per finire lo sciamanico Nicholas Negroponte. Una lettura certamente di parte, fondamentalmente PRO, indubbiamente interessante.

Jaron Lanier
Il secondo libro "Tu non sei un gadget" di Jaron Lanier ha un approccio decisamente critico, secondo l'autore la rivoluzione 2.0 (la dimensione sociale e interattiva) nasconde una trappola subdola e pervasiva: l'internet del nuovo millennio è pervasivo ma limitato e limitante, apparente aperto ma in realtà chiuso e condizionante, dove l'ideale della "democrazia aperta" si rivela troppo spesso una miserabile accozzaglia di banalità e mere opinioni, vittima di mode e condizionamenti inconsapevoli.
Ora l'autore non è un luddista e neppure un reazionario conservatore, si tratti infatti di un pioniere della realtà virtuale e di internet in quel di Berkley, il suo stile di scrittura è provocatorio e divertente ma sempre accuratamente documentato e circostanziato. Non si tratta di una polemica di posa quanto piuttosto di un accorato richiamo alla centralità dell'uomo sullo strumento, in  analogia con la critica della società dei consumi, per Lanier  l'uomo non è ciò che consuma né può ridursi ad accessorio di un sistema digitale cui debba adattarsi o conformarsi, come dice il titolo "Tu non sei un gadget".
Lettura consigliatissima!

[ Internet è un dono di Dio / a cura di Wired / Skira ]
[ Tu non sei un gadget / Jaron Lanier / Mondadori ]

6 mar 2013

Actarus Ufo robot - L'alieno che ci salva(va)

Actarus - Goldrake
Actarus è l'alieno del pianeta Fleed che vive e combatte sul pianeta Terra difendendo l'umanità, si tratta come quasi tutti probabilmente sapranno di un celebre cartone animato giapponese trasmesso in Italia a partire dal 1978, e che ha popolato i sogni infantili dei 40enni di oggi.  In questi giorni del marzo 2013 post elettorale in Italia si fa un gran parlare degli "alieni grillini" per il loro ingresso in parlamento, ma chi è cresciuto con Goldrake pensa agli alieni in tutt'altri termini. La situazione italiana ha qualche analogia: c'è un pericolo incombente e terribile (i cattivi di Vega per Goldrake, la crisi finanziaria per l'Italia) e il bisogno di un eroe capace di battersi e vincere il nemico riportando la speranza (Actarus per i giapponesi, il nuovo governo per l'Italia). Peccato però che i "nostri" non abbiano superpoteri nè colossali robot, certo usano le tecnologie (internet) ma più che eroi questi "alieni" sembrano il circolo della parrocchietta, manca solo Mario Pio. Comunque invece di intristirsi sul presente vi propongo un po' di relax ritornando all'infanzia quando Actarus in ogni puntata sembrava soccombere e invece alla fine aveva successo e salvava tutta l'umanità.

Il primo libro che voglio proporvi è un romanzo ispirato al cartone animato, il titolo è "Actarus" di Claudio Morici e come dice il sottotitolo "La vera storia di un pilota di robot" narra di un Actarus ormai trentenne, logorato dalla routine lavorativa che ha sviluppato una vera e propria dipendenza per la birra (che consuma di nascosto) e che incomincia a dubitare della propria missione
Un romanzo davvero divertente che è anche una sagace critica del mondo dei media, della "guerra preventiva", del bisogno di "un nemico esterno". Naturalmente il divertimento è doppio, anzi triplo, se conoscete Goldrake, nel romanzo infatti ritrovate oltre ad Actarus i personaggi e i luoghi del cartooon spiritosamente ri-contestualizzati; restano gli stilemi classici: le musichette che sottolineano gli eventi clou, le parole d'ordine, la dinamiche dei combattimenti, etc.
Tra i dubbi che aumentano e le rivendicazioni sindacali per le ferie, alla fine Actarus solleverà il velo di Maya e sopresa...

Divertente, liberatorio, intelligente e spiritoso! 
Consigliato.

Goldrake - Atlas Ufo Robot

Il secondo libro è un saggio che racconta il fenomeno Goldrake, la sua vera storia del manga originale, le differenze con l'adattamento italiano (che spiega anche numerose incongruenze nei rapporti tra i personaggi e le serie sorelle Mazinga e Mazinga Z). 
Interessante e ricco di curiosità (una per tutti, Goldrake in realtà si chiama Ufo Robot Grendizer) ma solo per veri fan, ecco il titolo "Ufo robot Goldrake"di Alessandro Montosi.

PS
Per chi volesse rivedere la serie originale sono disponibili i DVD in italiano con tutte le 76 puntate, anche se per  sorridere un po' può bastare la sigla iniziale che trovate qui di seguito: Link_sigla_Goldrake.


[ Actarus - La vera storia di un pilota di robot / Claudio Morici / Meridiano Zero ]

[ Ufo Robot Goldrake - Storia di un eroe nell'iItalia degli anni ottanta / Alesandro Montosi / Coniglio Editore ]


11 feb 2013

Solaris - di Stanislaw Lem

Stanislaw Lem (1921-2006)
Solaris edito per la prima volta nel 1961 è il capolavoro di Stanislaw Lem (1921-2005), un romanzo di fantascienza che si potrebbe dire "filosofico" sulla natura dell'io, della vanità delle pretese scientiste, e non ultima una critica degli apparati statali (della burocrazia politica e anche della comunità scientifica) di cui la "Solaristica", la scienza che da oltre un secolo si  applica alla ricerca della interpretazione definitiva del problema Solaris e che nel tempo ha generato ogni sorta di scuole di pensiero più o meno conseguenti e in conflitto irrimediabile, fino a contemplare biblioteche con centinaia di tomi sull'argomento, è l'amara parodia.

Grazie a Sellerio  il lettore italiano potrà finalmente godere di questa prima edizione integrale del romanzo di Lem, tutte le precedenti edizioni derivavano infatti non dal testo originale bensì da altre traduzioni (inglese, francese) che ne avevano mutilato il testo per renderlo più "conforme" ai presunti canoni della fantascienza. Evidentemente il valore di Solaris come romanzo non è affatto nella presenza delle astronavi o di pianeti sconosciuti, bensì è tutto giocato sulla dimensione interiore dell'uomo che il contatto con Solaris letteralmente materializza e costringe al confronto.

La trama di questo bellissimo romanzo che originariamente avrebbe dovuto intitolarsi "Missione cosmica" verte appunto intorno a una "missione", risolvere il problema Solaris, realizzare il "contatto" a lungo cercato con questo pianeta sui generis, un unicum nello spazio dalle bizzarre caratteristiche: per certi versi appare come un unico organismo vivente, il suo mare è una massa uniforme capace di generare imponenti e complesse formazioni quasi architettoniche, ha una capacità imitativa e replica le forme con cui viene in contatto, ma tutte queste generazioni sono destinate a collassare nel giro di breve tempo per poi ritornare a ricrearsi in forme mai uguali, pochi i fenomeni che sembrano ripetersi benché diversi almeno simili. 
Il tempo del romanzo è un ipotetico futuro di esplorazioni spaziali di grande portata, ma il pianeta Solaris rimane ciononostante refrattario alla conoscenza umana, esploratori e sonde non sono riusciti a venirne a capo in oltre un secolo. Il protagonista, il dott. Kelvin, è uno scienziato e psicologo che giunto in missione sull'avamposto scientifico sul pianeta misterioso è presto costretto a confrontarsi con il mistero dei "visitatori", una sorta di "succubi" del pianeta vivente: una iperrealistica materializzazione delle istanze più segrete dell'inconscio. Per Kelvin si tratta del materializzarsi di una copia esatta della moglie, morta suicida molti anni prima. 
Ecco che il romanzo devia dallo stereotipo di genere (astronavi e alieni più o meno antropomorfi) trasformandosi in una sorta di mistery, l'indagine sulla natura di Solaris (e dei visitatori) si tramuta in speculazioni sulla natura dell'essere umano, il significato dell'io e i limiti della conoscenza umana.

Un libro imperdibile che travalica il genere della fantascienza meritandosi piuttosto una solida posizione tra i grandi romanzi del novecento.

- CURIOSITA' -
Una celebre scena del film di Tarkoskij
Solaris ha avuto due celebri trasposizioni cinematografiche entrambe intitolate "Solaris", la prima del 1972 ad opera di Andrej Tarkoskij sebbene offra un'interpretazione personale discostandosi a tratti dal romanzo (e per questo non piacque a Stanislaw Lem) è a mio avviso molto riuscita, nel senso che rende molto bene il climax a bordo dell'astronave e sopratutto evidenzia quella critica degli apparati che emerge nel ripercorrere le testimonianze degli esploratori (ritenuti vittima di allucinazioni e/o intossicazioni) e delle preoccupazioni utilitaristiche del governo. La seconda del 2002 per la regia di Steven Soderbergh (con l'interpretazione di George Clooney) è senz'altro più neutra rispetto al testo di Lem (che infatti la gradì maggiormente) ma a mio parere risulta meno efficace e profonda. 

Per chi volesse godersi la versione cinematografica di Tarkoskij occorre sapere che la versione doppiata in italiano è sfortunatamente vittima di ampi tagli (analogamente alle prime traduzioni i tagli dovevano servire a rendere l'opera più conforme agli stereotipi della fantascienza), tuttavia è facilmente reperibile in dvd l'edizione integrale nel montaggio originale, laddove per le parti prive del doppiaggio italiano sono disponibili i sottotitoli.

Certamente consigliato.

[ Solaris / Stanislaw Lem / Sellerio ]

24 gen 2013

Due cordate per una parete - di Giovanni Capra

Gildo AiroldiArmando Aste,  Andrea Mellano,
Romano Perego e
 Franco Solina sull'Eiger
Il Leviatano delle Alpi, la parete nord dell’Eiger, ritorna nelle pagine di questo bel libro che racconta la prima italiana che giunse al successo fino in vetta nel 1962.

Come per la prima assoluta del 1938 anche il primo successo sull’Eiger da parte di italiani è il risultato di due cordate distinte che si incontrano per via e decidono di unire le forze fino in vetta. E’ di pochi anni prima (1957) la tragedia di Corti unico sopravvissuto nel tentativo della nord con il compagno Longhi e una coppia di tedeschi incrociati sulla salita. 
Ai primi anni ’60 l’Eiger con il suo tributo di morti è ancora lì inviolato agli italiani, saranno Armando Aste, Pierlorenzo Acquistapace, Gildo Airoldi, Andrea Mellano, Romano Perego e Franco Solina ha interrompere la maledizione e a spuntare la vetta. 

Il libro è la storia di una arrampicata impegnativa e irta di pericoli ma anche la storia dell’Italia del dopoguerra, pochi soldi e grandi ambizioni, operai che si riscattano al vento delle cime alpine dove la maestosità delle vette e la difficoltà della salita è il sale che consente di sopportare una vita non ricca, il lavoro duro e privo di grandi prospettive.

Una lettura contagiosa che fa venire voglia di montagna.

[ Due cordate per una parete / Giovanni Capra / Corbaccio ]

21 gen 2013

Elogio della radicalità - di Piero Bevilacqua


Piero Bevilacqua 
Secondo l’autore il punto di crisi attuale del sistema democratico/capitalista coincide con l’appiattimento di tutte le istanze in un generale moderatismo improntato alla difesa di quanto utile alla conservazione dell’esistente, lo status quo.  Qualcosa di simile all’incubo di Zadig, dove all’ombra del presunto bene supremo del moderatismo si soffocano tutte le altre istanze reiterando il peggior conservatorismo. I danni conseguenti sono ormai sotto gli occhi di tutti, tanto in termini di deficit di libertà quanto di riduzione delle possibilità economiche, di educazione e la cessazione della mobilità sociale. Il moderatismo è il male contemporaneo, è il travestimento di maggior successo del capitale e del conservatorismo, la maschera di una tirannia che non solo esige di vincere ma anche di affermare la propria superiorità morale, contro ogni altra idea tacciata di parzialità, pericoloso radicalismo e antidemocraticità.

Date queste premesse ci si potrebbe aspettare un susseguirsi di invettive e toni elevati, invece il testo procede placido enumerando una varietà di punti di vista alternativi con particolare riferimento ai sostenitori della decrescita. La riabilitazione del radicalismo inteso come la forza portante delle istanze di rinnovamento e di liberazione, malgrado qualche accenno a Lenin e altri capi scuola del pensiero rivoluzionario non approda in realtà ad alcuna proposta concreta, limitandosi a una mera enunciazione di “diritto all’esistenza” e alla “differenza” che francamente sembra potere ben poco rispetto allo strapotere del conservatorismo descritto come vasto, ramificato e simbioticamente annidato al sistema socio-economico in quanto tale. 

Il libro più che articolare una proposta segnala una possibilità, anzi alcune possibilità, senza tuttavia entrare veramente nel merito del cosa o del come. La vera utilità di questo volume consta nell’agile carrellata di alcune delle più importanti correnti di pensiero alternativo (sulla decrescita) emerse contro questa moderna dittatura mascherata. Spunti interpretativi interessanti sia per l’apertura di prospettive nuove sia per la comprensione degli avvenimenti sociali più recenti e globali (primavera araba, crisi economica, indignados, etc.).

Moltissimi ottimi suggerimenti di lettura si trovano nelle note, dove sono citati i testi fondamentali (tra questi segnalo per tutti Marc Augé e Serge Latouche) in cui sono enunciati i concetti qui ripresi in modo divulgativo e inevitabilmente troppo succinto e giornalistico. 
Il lettore meno informato potrà riscoprire la modernità di un Marx o un Lenin (dei quali, comunque la si pensi, siamo tutti figli) e scontrarsi con le provocazioni contemporanee dello sloveno Zizek; potrà intravedere la complessità sotto l’apparente monolitica realtà della vulgata comune (funzionale agli interessi di una élite) e forse avrà voglia di approfondire, ne trarrebbe sicuro vantaggio.


In tal senso il libro più che un saggio è un invito ad approfondire le questioni che vengono qui riassunte e illustrate e che ci coinvolgono tutti e di cui sarebbe imperativo avere maggiore consapevolezza.

 [ Elogio della radicalità / Piero Bevilacqua / Laterza ]

17 gen 2013

Alpinismo eroico - di Emilio Comici

Emilio Comici (1901-1940)

Emilio Comici (1901-1940) è stato un grandissimo arrampicatore triestino, nella sua breve vita ha salito itinerari mitici per difficoltà ed esposizione, la maggior parte sulle Alpi (sopratutto Dolomiti) ma anche qualche incursione all’estero in Grecia ed Egitto. 
Di Comici i testimoni ricordano la straordinaria eleganza nel gesto atletico e l’incredibile intuizione per trovare la via, per lui la grazia era più importante del successo, la "via" possibilmente doveva essere la direttissima ideale della goccia che cade. Morto a seguito di un banale incidente in una palestra di roccia, Comici aveva brillato per le sue capacità fuori dal comune e per questo era stato in qualche modo “arruolato” dal regime fascista come esempio di “eroe” italiano, ma la propaganda si limitava a sfruttare i suoi successi senza peraltro supportarlo in alcun modo, neppure finanziariamente. 

Su You Tube si possono trovare alcuni brevi filmati di Comici in azione, il che offre la rara opportunità di farsi un idea anche visiva delle “attrezzature” anni ’30 così lontane dalle moderne diavolerie tecniche oggi a disposizione anche degli arrampicatori più amatoriali. Il volume uscito postumo (fu composto nel 1942 saccheggiando i suoi diari, aggregando vari frammenti di periodi diversi) raccoglie alcuni scritti sparsi di Comici, per lo più resoconti delle sue salite in solitaria o in compagnia di pochi compagni. 

Per quanto frammentario il risultato è piacevole, la voce di Comici è lontana dalla retorica eroica fascista, semmai si può cogliere dalla sua viva voce l’intimo rapporto con il rischio e la sfida della montagna, comprese le sue debolezze e malinconie.

Affascinante come le sue montagne.

[ Alpinismo eroico / Emilio Comici / Vivalda ]

14 gen 2013

Alcune riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo - di Emmanuel Levinas

Emmanuel Levinas

Il principale motivo di interesse per questo saggio di Levinas è che sia stato pubblicato nel 1934, ovvero prima che Hitler desse il via alla “soluzione finale”, prima della guerra e prima dell’invasione della Polonia. Si tratta quindi di un’analisi che non può risentire del senno di poi e perciò offre più di un motivo di interesse.

Per prima cosa occorre dire che il termine "filosofia" associato a "hitlerismo" è assolutamente incongruo, niente è più lontano dal “pensiero” che la rozza ideologia hitleriana. Levinas nè è pienamente consapevole e il saggio analizza l’emergere dell’hitlerismo come un accadimento storico.  
L’hitlerismo è rudimentale, intellettualmente povero, contraddittorio e già chiaramente antiumano; un “fenomeno” che secondo Levinas, pur non avendo nulla a che fare con il “pensiero” (e quindi con la filosofia),  può essere inteso come “il risveglio di sentimenti elementari” di cui rischia di fungere da catalizzatore. Una circostanza questa che le poderose filosofie alte non solo non sono attrezzate ad arginare ma persino in una certa misura rischiano di fornire quasi una premessa (sia pure come devianza). Da qui la critica ad Heidegger, in generale il pensiero occidentale separa lo spirito (o la mente) dal corpo, e proprio in questo allontanamento opera l’emancipazione, viceversa la prospettiva del pensiero epocale (rif. Heidegger) rimanda ad una riappropriazione di appartenenza, l’essere gettato (il qui e ora) comporta un orientamento che attiene al contesto e ai rapporti, in questo senso ogni percorso è in una certa misura già scritto e la liberazione è piuttosto la migliore adesione al proprio destino, l’adesione a un compito storico, farsi strumento dell’essere. 
L’hitlerismo in qualche modo sia pur nella rozzezza delle sue affermazioni propugna una delirante adesione ai propri istinti più profondi assieme alla affermazione di sé come espressione di una tradizione, di una appartenenza ove ogni separazione spirito corpo è menzogna, da qui la necessità di un principio di individuazione di autenticità che non può che trovarsi che nella consanguineità, quindi come scrive Levinas “allora se la razza non esiste, bisogna inventarla.”.  Il razzismo però non è universale per definizione e infatti avanza la sua pretesa di universalità trasfigurandola in idea di espansione (e aggressione). L’espansione è esercizio della forza, e tale forza non si esaurisce con l’espansione bensì si conserva e anzi si rende più aggressiva, in questo senso conclude Levinas il razzismo non è un ideologia in competizione con altre, su questo o quell’altro punto: essa è guerra e conquista. In gioco non è una una visione del mondo ma l’umanità stessa.

Una lettura interessante per la quale non si può che ringraziare Quodlibet che offre la prima edizione in italiano di questo saggio. 

Il volume comprende anche la prefazione scritta da Levinas nel 1990 in occasione di una ristampa nella quale rivendica l’intuizione del saggio del 1934 che non considera l’hitlerismo una semplice “contingente anomalia” quanto piuttosto un possibile esito in termini di “male elementale” rispetto al quale il pensiero alto del ‘900 non si era sufficientemente assicurato.
Infine il volume si completa di un interessante saggio di Miguel Abensour dal titolo “Il male elementale” dove ripercorre il pensiero di Levinas e si sforza di illuminare le precognizioni del saggio del 1934 alla luce delle opere successive del filosofo francese.  

[ Alcune riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo / Emmanuel Levinas / Quodlibet ]

10 gen 2013

Un semplice delitto - di Thòdoros Kallifatides

Thòdoros Kallifatides

E' il primo giallo del celebre scrittore/poeta greco Kallifatides, immigrato in Svezia dove vive dal 1964 (scrive in svedese),  l’intreccio mistery è funzionale a illustrare il lato oscuro della società svedese contemporanea: un melting pot di etnie ormai naturalizzate (ma davvero fino in fondo?) costituiscono la Svezia di oggi e i migranti in fuga dalla crisi economica dell’Europa centrale o dall’est che si affacciano sugli abissi della droga e della prostituzione, la civile Svezia e una società che non è più capace di empatia sociale, un mondo di solitudini e scarso ottimismo sul futuro. Dove sono finiti gli ideali del sessantotto? 

Il disgelo del lago porta al ritrovamento del corpo di una giovane donna, è l’inizio delle indagini ma scoprire la verità non basta, bisogna anche tener conto di come indizi e prove possono essere fatte valere in tribunale. Cos’è la giustizia? e la verità? possono andare insieme? 
Il gelo della solitudine, delle miserie personali, dell’abbruttimento, dell’insoddisfazione e delle ambizioni deluse, è questo il ghiaccio che le indagini dovranno sciogliere per fare emergere infine la verità dagli indizi come l’acqua ha restituito il corpo della vittima a primavera.

Il riferimento ai migliori Sjowall e Wahloo è abbastanza scoperto, il titolo allude alla banalità del fatto che sia avvenuto un delitto, è proprio questa banalità del male, quasi si dovesse accettarla come una normalità che ha parentela con la mitica coppia di autori della serie di Martin Beck. La parentela sta nel fatto che la causa di questa quasi accettazione o apparente ineluttabilità del male è messa in relazione alla società svedese nel suo complesso, criminogena secondo il punto di vista di Sjowall e Wahloo, per Kallifatidis si potrebbe piuttosto dire abulica e indifferente.

La critica sociale c’è come anche i dubbi sul sistema giudiziario ma non si può dire altrettanto per la “visione politica”, non c’è proposta d’alternativa e neppure una vera ribellione o speranza di riscatto. La protagonista si concede al massimo uno sbotto d’insoddisfazione, non ribelle semmai ostinata nel fare la cosa giusta senza confidare nel risultato.
Il lato oscuro della Svezia di oggi che guarda a sé stessa come a un groviglio di problemi ma a differenza dei romanzi di Beck neppure i ribelli sperano davvero di potere cambiare le cose, si limitano a provarci ma senza crederci fino in fondo.

[ Un semplice delitto / Thòdoros Kallifatides / Crocetti ]

7 gen 2013

Truffare una banca… che piacere! - di Augusto “Chacho” Andrés


Dopo un 2012 bisesto fatto di sobrietà e rigore, ma sempre e soltanto sulla pelle dei più deboli, questa raccolta delle gesta dei resistenti uruguayani nei decenni ’60 e ’70 potrà essere una lettura distensiva, irriverente e persino divertente.
Certo i fatti narrati non sono così edificanti (rapine, furti, detenzione) e lo sfondo su cui si realizzano le azioni dei comunisti e sopratutto degli anarchici del FAU (Federazione Anarchica Uruguayana) è tutt’altro che divertente (la dittatura, le retate, le torture, le esecuzioni, i desaparecidos), tuttavia ad alleggerire il climax della narrazione è lo sfrontata foga libertaria, la leggerezza con cui davanti agli orrori della dittatura e della miseria sia possibile reagire con azioni al limite tra incoscienza e noncuranza, spinti da ideali libertari e spirito di fratellanza fino a sconfinare nell’apologia di reati comuni trasfigurati in rappresaglie di popolo e atti di giustizia.

Non che si possa paragonare la situazione attuale italiana con la dittatura omicida dell’Uruguay di quegli anni bui, e pure tuttavia non mancano sinistre corrispondenze: l’instaurazione di ministri tecnici senza elezioni, la progressiva distruzione dei diritti dei lavoratori (in nome di una fantomatica difesa dei mercati), l’iniquità delle tassazioni, la privatizzazione progressiva di tutti i servizi fondamentali (scuola, sanità, pensioni),  l’innalzamento delle ore di lavoro e la diminuzione degli stipendi, la precarizzazione come leva di ricatto, la guerra tra poveri che non arrivano a fine mese, etc. 

Da questo punto di vista si tratta di una lettura “liberatoria” che offre anche spunti di riflessione per l’Italia dei professori/banchieri che salvano la propria élite di appartenenza scaricando tutti i sacrifici sui più deboli in  nome di un liberismo friedmaniano che come la storia insegna, tutto dove è stato applicato, ha prodotto l’aumento delle disparità, il blocco della mobilità sociale e il conseguente esplodere delle tensioni interne (con tutti gli errori e orrori che ne sono sempre seguiti).

Non si tratta di una ricetta e come già detto le condizioni del contesto sono diverse ma vale la pena di rilevare le troppe affinità tra la strategia della spending review italiana (compresa la riforma del lavoro e delle pensioni) e le politiche sciagurate uruguayane che portarono agli scontri di cui si narra nel libro.

Un sorriso non potrà che affiorare davanti all’anarchica leggerezza con cui, benché privi di un piano di azione complessivo, questi rivoluzionari libertari affrontavano una vita di clandestinità e rapine adducendo per sé giustificazioni affatto complesse   (quando le banche falliscono i risparmiatori sono rovinati ma i banchieri fanno i ministri, quindi derubare una banca non è un delitto) e finalità molto terrene (sbarcare il lunario per un po’, almeno fino alla prossima rapina).

Alla fine del libro malgrado si sia letto di uno dei periodi più bui dell’Uruguay quel che resta è un senso di libertà, autentica e non schiava di obiettivi strategici o sistemici (tipo instaurare una nuova forma di governo). Nei racconti degli anarchici Uruguayani e dalle loro gesta si respira l’euforia caotica dell’anarchia, quello sberleffo delle regole, la trasgressione del limite (perché ogni limite è costrizione e prigione) che può far dire con una risata “Truffare una banca… che piacere!”.

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