11 dic 2021

Scacchiera compulsiva

La partita a scacchi come "serious game", come esercizio intellettuale, come metafora, come vera e propria ossessione, perché come si legge nel racconto "Non ci si rende già colpevoli di una limitazione offensiva, definendo gli scacchi “un gioco”?" 

Stefan Zweig
(1881-1942)
La splendida "Novella degli scacchi" di Stefan Zweig eccelle nell'incardinare al fascino della scacchiera allusioni e ossessioni, in un crescendo con finale fuori dal cliché. La storia in breve è una sfida a scacchi tra un giovane campione professionista e un tormentato "genio" della scacchiera dal passato doloroso. Un'ossessione compulsiva, una revanche destinata alla disfatta: la "vita" si gioca sulle 64 caselle nere e bianche, e mentre si svolge l'epica battaglia, balenano sempre più vicini gli echi oscuri della storia. 

Particolarmente suggestive le corrispondenze tra il protagonista del racconto e la biografia dell'autore, anch'egli esule, rifugiato in Brasile dall'Austria precipitata nel baratro della "più spaventosa sconfitta della ragione e al più selvaggio trionfo della brutalità", come l'autore scrisse in una lettera del novembre 1941. E' infatti a Petròpolis, nei pressi di Rio de Janeiro che Zweig scrive quest'ultimo racconto, ispiratogli dal suo tentativo di liberarsi delle depressione, in cui è caduto,  cimentandosi nel replicare celebri partite su una scacchiera che ha acquistato all'uopo. 

É l'8 gennaio 1944 quando inoltra il manoscritto finito a un amico scrittore e scacchista per avere un parere spassionato, Zweig tiene molto al racconto. Poco dopo, il 22 febbraio 1942, si suicida insieme alla giovane moglie assumendo del Veronal. Non è un gesto d'impeto ma un atto pianificato, il giorno prima ha inviato copie del manoscritto a suoi editori e traduttori. Al momento del commiato lascia una lettera datata il giorno stesso in cui constata "il mondo della mia lingua per me è andato perduto e la mia patria spirituale, l'Europa, si è autodistrutta", dichiara esaurite le forze e conclude con:"Saluto tutti i miei amici! Possano rivedere l'aurora, dopo la lunga notte! Io, troppo impaziente, li precedo."

Lettura consigliatissima.


Il tema della partita a scacchi si presta a molteplici narrazioni metaforiche e per questo è variamente utilizzata, dalla partita con la morte nel film " Il settimo sigillo" (1957) di Ingmar Bergman a quella giocata da Ron nel romanzo "Harry Potter e la Pietra Filosofale" (1997). A livello letterario abbondano riferimenti agli scacchi, trai miei preferiti segnalo "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò" (1871) di Lewis Carroll, il racconto "L'alfiere nero" (1867) di Arrigo Boito e il romanzo "La variante di Luneburg" (1993) di Paolo Mauresing. 


[ La novella degli scacchi / Stefan Zweig / SE ]