21 gen 2013

Elogio della radicalità - di Piero Bevilacqua


Piero Bevilacqua 
Secondo l’autore il punto di crisi attuale del sistema democratico/capitalista coincide con l’appiattimento di tutte le istanze in un generale moderatismo improntato alla difesa di quanto utile alla conservazione dell’esistente, lo status quo.  Qualcosa di simile all’incubo di Zadig, dove all’ombra del presunto bene supremo del moderatismo si soffocano tutte le altre istanze reiterando il peggior conservatorismo. I danni conseguenti sono ormai sotto gli occhi di tutti, tanto in termini di deficit di libertà quanto di riduzione delle possibilità economiche, di educazione e la cessazione della mobilità sociale. Il moderatismo è il male contemporaneo, è il travestimento di maggior successo del capitale e del conservatorismo, la maschera di una tirannia che non solo esige di vincere ma anche di affermare la propria superiorità morale, contro ogni altra idea tacciata di parzialità, pericoloso radicalismo e antidemocraticità.

Date queste premesse ci si potrebbe aspettare un susseguirsi di invettive e toni elevati, invece il testo procede placido enumerando una varietà di punti di vista alternativi con particolare riferimento ai sostenitori della decrescita. La riabilitazione del radicalismo inteso come la forza portante delle istanze di rinnovamento e di liberazione, malgrado qualche accenno a Lenin e altri capi scuola del pensiero rivoluzionario non approda in realtà ad alcuna proposta concreta, limitandosi a una mera enunciazione di “diritto all’esistenza” e alla “differenza” che francamente sembra potere ben poco rispetto allo strapotere del conservatorismo descritto come vasto, ramificato e simbioticamente annidato al sistema socio-economico in quanto tale. 

Il libro più che articolare una proposta segnala una possibilità, anzi alcune possibilità, senza tuttavia entrare veramente nel merito del cosa o del come. La vera utilità di questo volume consta nell’agile carrellata di alcune delle più importanti correnti di pensiero alternativo (sulla decrescita) emerse contro questa moderna dittatura mascherata. Spunti interpretativi interessanti sia per l’apertura di prospettive nuove sia per la comprensione degli avvenimenti sociali più recenti e globali (primavera araba, crisi economica, indignados, etc.).

Moltissimi ottimi suggerimenti di lettura si trovano nelle note, dove sono citati i testi fondamentali (tra questi segnalo per tutti Marc Augé e Serge Latouche) in cui sono enunciati i concetti qui ripresi in modo divulgativo e inevitabilmente troppo succinto e giornalistico. 
Il lettore meno informato potrà riscoprire la modernità di un Marx o un Lenin (dei quali, comunque la si pensi, siamo tutti figli) e scontrarsi con le provocazioni contemporanee dello sloveno Zizek; potrà intravedere la complessità sotto l’apparente monolitica realtà della vulgata comune (funzionale agli interessi di una élite) e forse avrà voglia di approfondire, ne trarrebbe sicuro vantaggio.


In tal senso il libro più che un saggio è un invito ad approfondire le questioni che vengono qui riassunte e illustrate e che ci coinvolgono tutti e di cui sarebbe imperativo avere maggiore consapevolezza.

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