20 nov 2008

Howard Phillips Lovecraft


Incubi e sogni, orrori innominabili, pericoli dal passato e da altri mondi, sono il mondo letterario di Lovecraft. La sua biografia come la sua opera mostra qualche assonanza con il grande Poe: l'infanzia travagliata, l'adozione, il talento non sempre riconosciuto, la povertà, la predilizione per la forma del racconto breve e l'orrido. Ma le analogie si fermano qui, Poe si pone su un piano qualitativamente superiore e più ampio, Lovecraft si orienta in un segmento specifico onirico e di deriva fantasy con una produzione comunque pregevole e godibilissima.

Lovecraft iniziò a scrivere da bambino sul tema ricorrente della sua intera opera: la dimensione del sogno come soglia di contatto tra mondi diversi, sia che si tratti di visioni estetizzanti o di orrori.
Per le sue opere trasse spunto dai sogni e nelle sue opere sognò le sue paure (es. Il richiamo di Cthulhu) e i suoi conforti (es. La chiave d'argento).

Il terrore è sempre giocato sul piano psicologico, qualcosa è là in agguato nell'ombra, il solo intravederlo porta alla follia. Da questo punto di vista le sue atmosfere ricordano un bellissimo racconto di Guy De Maupassant "L'Horla" (1887).

Tuttavia la peculiarità (e grandezza) di Lovecraft consiste nella creazione di un mondo parallelo celato e minaccioso, pronto ad erompere in quella che crediamo la realtà. Per dare consistenza e credibilità a questo mondo dietro il mondo, l'autore sviluppa una vera e propria mitologia alternativa, il mito di Cthulhu, un pantheon di mostri venuti da altri pianeti e adorati da culti blasfemi e antichissimi. Nei racconti si parla anche di un libro maledetto, il Necronomicon, che consente di squarciare il velo di Maya e affacciarsi sul mondo dietro il mondo, ma l'orrore per chi lo legge è tale che l'unico esito è la follia e/o la morte. L'invenzione di questo libro che uccide, di cui i racconti riportano citazioni sparse, è un ulteriore rinforzo di credibilità alla cosmogonia del male. L'artificio fu così efficace che altri autori giocarono sull'equivoco arrivando a pubblicare apocrifi e a spacciarli per autentici.

La realtà dietro la realtà è infetta e abominevole, ogni contatto con essa produce aberrazioni. La degenerazione fisica, le infami e spaventose ibridazioni deformanti, l'estetica Lovecraftiana è satura di olezzi maleodoranti e gorgoglii indecifrabili.

Necronomicon
La deriva fantasy dei racconti di Lovecraft apre a visioni di ruderi di città ciclopiche, di un'antichità pre-umana, di civiltà estranee e non di questo mondo. In una parte dei racconti viene sviluppato un filone non orrorifico in cui la dimensione onirica è la via d'accesso ad un mondo parallelo fatto di lande immense e megalopoli raffinate e magnifiche, in questo filone si rintraccia facilmente il Poe de "Le terre di Arnheim" (1842) e lo stile di Lord Dunsany (di cui consiglio il volume di pezzi scelti curato da Borges per FMR).

Per apprezzare al meglio i racconti è consigliabile leggerli in ordine cronologico, solo in questo modo la mitologia alternativa creata dall'autore emerge con tutta la sua forza amplificando le suggestioni dei racconti.
Volendo scegliere tra i migliori segnalo: Dagon (1917) l'inizio della mitologia, L'estraneo (1921) imperdibile, praticamente rifatto in chiave fantascientifica da Fredric Brown nel racconto "Sentinella" (1954), Il richiamo di Cthulu (1926) lovecraftiano per antonomasia, La chiave d'argento (1926) onirico e fantasy, L'orrore di Dunwich (1928) sul tema dell'ibridazione, Le montagne della follia (1931) sulle civiltà remote ed estranee.

Howard Lovecraft nasce nel 1890 a Providence, il padre impazzisce quando ha tre anni, così si trasferisce con la madre dai nonni i Phillips (di qui il secondo cognome). E' un bambino prodigio a quattro anni legge correttamente e a sei inizia a scrivere racconti e poemetti (di cui purtroppo quasi tutto è andato perduto).
Con la maturità riesce a pubblicare i suoi racconti ma non navigherà mai nell'oro e per lo più i suoi guadagni deriveranno da revisioni di opere altrui e racconti a quattro mani. Come si evince dalla vastissima corrispondenza, per le sue opere trae ispirazione dai sogni e dalle proprie paure.
Misantropo, nella vita come nei racconti manifestò avversione e paura per gli immigrati, per questo è stato arruolato dalla destra tra i propri "autori", ma si tratta di una evidente forzatura e di un grave equivoco sulla sua personalità. Howard era un conservatore disorientato dall'esplodere del melting pot americano, spaventato dal degrado sociale dei sobborghi e prostrato da una situazione economica precaria, ma era sposato con un'ebrea russa, aveva amici omosessuali e impazziva per la cucina degli immigrati italiani.
Morì di cancro nel 1937 a Providence, era povero, solo e quasi sconosciuto.


[ Tutti i racconti (1897-1922) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]
[ Tutti i racconti (1923-1926) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]
[ Tutti i racconti (1927-1930) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]
[ Tutti i racconti (1931-1936) / H.P. Lovecraft / Mondadori ]

[ H.P. Lovecraft - L'orrore della realtà / a cura di De Turris e Fusco / Edizioni Mediterranee ]
(si tratta di una selezione di lettere di Lovecraft tra il 1915 e il 1937)

[ H.P. Lovecraft - Contro il mondo, contro la vita) / Michel Houellebecq / Bompiani ]
(Un interessante saggio critico in forma quasi di romanzo su Lovecraft e la sua opera, arricchito da una postfazione di Stephen King)

[ Lovecraft 2000 / AA.VV. a cura di Jim Turner / Sperling & Kupfer ]
(Rivolto agli appassionati di Lovecraft, "Cthulhu 2000" (Tit. orig.) è una raccolta in cui lo stile di Lovecraft è declinato in sapidi racconti scritti tra il 1980 e il 1993 da alcuni dei più promettenti autori contemporanei. Piacevoli, segnalo in particolare il notevole "24 viste del M.Fuji" di Roger Zelazny)