18 ago 2008

Ellery Queen


Per molti anni ho snobbato i romanzi gialli pur essendo spettatore di polizieschi cinematografici e televisivi, poi un giorno ho vinto il pregiudizio è ho voluto provare un giallo classico: Ellery Queen. Da allora ho spaziato volentieri nel genere mistery tra vari autori sia classici che contemporanei traendone divertimento e qualche piccola sfida intellettuale sul disvelamento dell'intreccio.
Si tratta certo di letture più leggere ma di pari passo all'imbiancare della chioma ho cominciato ad apprezzare il lusso del concedersi del tempo di quando in quando; vero lusso se speso in frivolezze.

Tornando a Ellery Queen alla fine mi sono ritrovato ad avere letto parecchio (certo si leggono più velocemente di Hegel). Come dicevo, nel frattempo ho letto numerosi polizieschi e affini anche di altri sottogeneri ed epoche (che troveranno spazio in altri post) ma Ellery Queen resta alto nella mia classifica di gradimento. Per cominciare mi piace l'ambientazione retrò (o meglio questo è l'effetto che fa a un lettore del XXI° secolo), poi trovo intrigante la sfida al lettore (il romanzo si interrompe e si sfida il lettore a svelare il mistero essendogli già stati forniti tutti i medesimi elementi in mano al protagonista). A tal proposito apprezzo la generale correttezza degli autori nel mettere effettivamente a disposizione del lettore gli elementi necessari alla soluzione del mistero (a differenza di altri polizieschi in cui alcuni indizi chiave non vengono svelati). Ovviamente il gioco è misurarsi con la sfida.

I personaggi del giovane giallista (Ellery Queen), del padre ispettore (Richard), del burbero poliziotto (Velie) che ritornano come una costante nei vari romanzi e racconti creano una sensazione di deja vu, quasi da focolare domestico. Perfetto per le piovose fredde notti in montagna (a me la pioggia piace).
Tre gli elementi che prevalgono nelle avventure dei Queen, la natura insolita del delitto, gli indizi apparentemente contrastanti, la soluzione basata sulla logica che sembra quasi ovvia una volta spiegata.
Letto con l'occhio del contemporaneo suonano buffi per non dire insultanti i cliché sulle donnette fragili e nevrasteniche, i neri ignoranti, etc. ma per altri versi suonano incredibilmente moderni gli scenari affaristici della grande New York.
Ellery Queen si cimenta spesso sul tema del delitto della camera chiusa, un vero è proprio genere che ha nel giovane giallista uno dei massimi e più originali solutori.

Curiosità
Ellery Queen è contemporaneamente la firma dei romanzi e il protagonista degli stessi, inoltre il personaggio è a sua volta uno scrittore di polizieschi. E' evidente il circolo ermeneutico che si viene a creare, un gioco di specchi abilmente orchestrato dagli autori a quattro mani che si celano dietro lo pseudonimo (e il personaggio) di Ellery Queen: i due cugini Frederick Dannay (1905-1982) e Manfred Bennington Lee (1905-1971).


Tra i tanti titoli segnalo in particolare "La poltrona numero 30 (1929)" in cui per la prima volta compare Ellery Queen, "Il paese del maleficio (1942)" l'unico di cui per ora oltre ad intuire la soluzione sia riuscito a decodificare correttamente gli indizi (gongolo ancora adesso, lo so), "Dieci incredibili giorni (1948)" quello che ho apprezzato di più.

[ molti titoli sono pubblicati singolarmente nella collana gialli da Mondadori, consiglio vivamente la raccolta "Scacco al delitto" edita sempre da Mondadori che contiene quattro romanzi tra i più belli "Il mistero di Capo Spagna; Dieci incredibili giorni; Colpo di grazia; Bentornato, Ellery!" ]


PS
In generale il macro genere poliziesco si chiama Mistery in America e Noir in Francia, in Italia si chiamano Gialli per via della collana con le copertine gialle delle prime pubblicazioni a cura di Mondadori.
Naturalmente a voler sottilizzare esistono differenze di genere e innumerevoli sottogeneri ma sopratutto differenze di mood (giallo inglese, psicologico, deduttivo, hard boiled, pulp, thriller, etc.), differenze di sfumature o sostanziali, di metodo e di ambientazione che spesso hanno celebri porta bandiera (Conan Doyle, Agatha Christie, Raymond Chandler, Mickey Spillane, Jack Ritchie).