2 feb 2012

La scienza di Sherlock Holmes - di E.J. Wagner


E. J. Wagner

Per chiunque abbia una televisione in casa la caccia al criminale è sempre più un fatto di scienza; sia che siate appassionati delle serie televisive (CSI, NCIS, Bones, Crossing Jordan, Body of proof, etc. ) o anche solo abbiate letto negli ultimi anni di qualche indagine in corso; è tutto un continuo riferimento alle analisi scientifiche a i rilievi tecnici che ci si aspetta possano incastrare i colpevoli come anche salvare gli innocenti. Analisi del DNA, impronte digitali, foto segnaletiche, tracce ematiche, luminol, intercettazioni e decriptazione degli hard disk; sono tutte cose ormai considerate normali in qualsiasi indagine, anzi addirittura (spesso a torto) ritenute gli elementi decisivi per risolvere un caso.

Ma come si poteva risolvere un caso, catturare un assassino, prima che tutta questa conoscenza scientifica arrivasse in soccorso degli investigatori? 
In questo intrigante saggio si racconta l’evoluzione della scienza forense tra XIX e XX secolo quando le moderne tecniche erano precluse o agli albori, roba da Ellery Queen o da Philip Marlowe, per questo il libro utilizza proprio le avventure del più grande investigatore di tutti i tempi, l’imbattibile Sherlock Holmes come contraltare letterario della storia della scienza forense. 
Il mitico Holmes è il personaggio ideale perché ha una spiccata propensione alla sperimentazione di tecniche specifiche per le indagini. E' lo stesso personaggio a spiegarlo: serve l’archivio dei crimini, servono le descrizioni dei criminali noti (le foto segnaletiche), servono nozioni di chimica per fare le giuste deduzioni (il sangue, il dna, etc.), servirebbe un archivio delle impronte.
Le competenze e le geniali trovate di Holmes seguono di pari passo lo sviluppo della scienza forense talvolta anticipando o dichiarando consolidate (per il geniale personaggio) tecniche in realtà ai tempi appena sperimentali (è il caso delle possibilità di rilevare le impronte digitali ad esempio).
Nel saggio ogni scoperta, ogni innovazione viene accompagnata dal riferimento alle avventure di Holmes, il che rende la lettura davvero divertente e intrigante come un romanzo, ma attenzione in questo caso è tutto vero, l’autrice E.J.Wagner è un’importante docente universitaria in Storia del crimine nonché moderatore dell’annuale Foresinc Forum a Long Island.
Il massimo del divertimento è riservato a quanti abbiano letto le avventure di Sherlock Holmes, per tutti gli altri probabilmente sarà di stimolo a colmare questa lacuna.
Una curiosità: l’inventore di Sherlock Holmes, Conan Doyle, prima di diventare scrittore esercitò come medico e la straordinaria capacità deduttiva del suo personaggio non è che una proiezione magnificata delle sue stessa propensione alla deduzione, tant’è che come nel saggio viene ricordato, in numerose occasioni Doyle fu in grado di aiutare in modo risolutivo le indagini della polizia operando le corrette deduzioni dalla semplice lettura delle cronache di stampa. Non deve quindi stupire la notevole vicinanza (e persino anticipazione) delle tecniche di Holmes con quelle vere della polizia che hanno poi portato all’attuale scienza forense fin troppo idolatrata dai moderni serial tv.
La scienza è utile, talvolta indispensabile, ma anche la più sofisticata delle tecniche (come anche la cronaca dei giorni nostri ci conferma) è insufficiente se non viene data una corretta impostazione logica (e di metodo) alle indagini.
[ La scienza di Sherlock Holmes / E.J. Wagner / Bollati Boringhieri ]