26 gen 2012

Lewis Carroll - La vita segreta del papà di Alice


Lewis Carroll
Charles Dogson (1832-1898), meglio conosciuto come Lewis Carroll, è stato ed è tuttora al centro di pettegolezzi e cupe leggende: infamanti sospetti di pedofilia e altre perversioni. L’autore dei meravigliosi e arguti “Alice nel paese delle meraviglie” e “Attraverso lo specchio” è tanto celebre per i suoi calembour logici e linguistici quanto per le infami voci sul suo lato oscuro. Ma davvero Dogson, geniale matematico, brillante logico, raffinato scrittore, insegnante e fotografo dilettante, si struggeva per le bambine? Davvero la favola di Alice è il dono per un’amore impossibile e proibito? Il voluminoso saggio dell’inglese Caroline Leach cerca di fare luce sulla questione. 
Il testo ripercorre le principali leggende nere su Carroll, talvolta svelandone la falsità manifesta (testimonianze fasulle, date che non tornano, interessi privati avversi, etc.) altre volte un po’ più acrobaticamente cerca di ammorbidire l’impatto di alcuni elementi (ad esempio le foto delle bambine discinte) argomentando la necessità di contestualizzare, per meglio comprendere e mettere nella giusta prospettiva, ciò che agli occhi moderni appare come un indizio di accusa. 
Nel saggio scopriamo che l’immagine del Carroll asessuato e sublimante profeta del mito dell’infanzia è probabilmente solo la proiezione del più comune desiderio dei suoi apologeti; per contro anche il cliché di mostro represso e lubrico sarebbe frutto di altrettanta fantasia e pruriginoso pettegolezzo. Le mitiche identificazioni della musa di Carroll (in Alice Liddell) sarebbero poi errate, più di una una donna se ne attribuì il ruolo (cercando di attrarre su di sé i fari della celebrità), tutte mentirono. 
L’ostinato riserbo della famiglia Liddell e persino l’allontanamento di Carroll dalla famiglia avrebbe più a che fare con un possibile tradimento muliebre che non l’interesse improprio per le bambine.
Alice Liddell
Il libro è molto interessante e solleva numerosi ragionevoli (e documentati) dubbi sulla tenuta delle accuse e propone alcune spiegazioni plausibili sulle alternative normalizzanti. Le tracce documentali sopravvissute sono pochissime, tra queste alcune riferiscono di insistenti pettegolezzi su Carroll e la madre di Alice (Lorina Liddell) o forse la governante; nei diari di Carroll compaiono affettuosi riferimenti a una misteriosa L.L. (da notare l’omonimia tra la madre e la figlia maggiore, anch’essa Lorina ma detta Ina, che all’epoca della celebre rottura era ormai adolescente); nessun elemento è tale da fugare i dubbi. 
Il volume comprende numerose foto alcune delle quali certo urtano la sensibilità comune: la piccola Alice vestita in parte di cenci, le cui pudiche nudità (niente di hard per carità: solo una spalla o una caviglia, in perfetto stile dell’epoca) colpiscono però per le pose ammiccanti. Carroll eseguiva lui stesso i ritratti fotografici ai piccoli figli dei suoi conoscenti (una novità e una moda ai tempi) e viene ricordato nel saggio che tra le cose che gli appartenevano è stata ritrovata una voluminosa collezione di ritratti di nudi preadolescenziali. Anche se l’autrice spiega che all’epoca si idealizzava la figura infantile come angelicata e asessuata e che erano le stesse famiglie a volere quel tipo di ritratti di moda, resta l’imbarazzo, anzi l’urto che inevitabilmente oggi comporta una tale verità. 
Carroll in uno dei suoi "pomeriggi dorati"
Nel saggio si insiste sul fatto che Carroll non avesse una vera vocazione (astinenza compresa) e che per un lungo periodo abbia avuto una sorta di famiglia nei Liddell il cui uomo di casa era assente, anaffettivo e abdicava volentieri a Carroll un ruolo di patrigno e di “dama di compagnia” per la moglie (accettabile perché un diacono). All’epoca i pettegolezzi potevano pesare più dei fatti e  non è difficile immaginare che Carroll suscitasse più di una maldicenza: era un diacono che si rifiutava di prendere i voti, che frequentava la moglie del suo capo e si comportava come un padre putativo per le sue figlie. Carroll insegnava, era un brillante matematico e uno scrittore ma la sua pubblicistica corrosiva mal si accordava con il carattere e le posizioni del signor Liddell che pure misteriosamente pur di non cacciarlo dal suo incarico di insegnante arrivò addirittura a violare le regole e sembrò non dare mai peso allo spazio sempre più ingombrante che Carroll assumeva nella sua famiglia. Che fossero solo voci o la realtà è abbastanza sicuro che fu il presunto interesse di Carroll per una o più donne adulte della famiglia a causare la rottura con la famiglia. 
Cosa accadde davvero non è dato sapere, tutti i protagonisti furono sempre evasivi in proposito (e gli eredi hanno distrutto le parti dei diari che avrebbero potuto chiarire la questione); quello che è certo è che la riconciliazione che Carroll tentò rimase irrealizzabile. 
A discarico dei sospetti di pedofilia il saggio ripercorre alcune frequentazioni romantiche di Carroll con numerose donne adulte che gli furono vicine nel corso degli  anni.
Al termine della lettura di questo saggio non tutti i dubbi saranno fugati, anzi avrete nuove domande destinate a restare senza risposta, ma una cosa è certa il mito di Carroll  asessuato alfiere dell’infanzia perduta sarà svanito. Tra nuove luci e qualche ombra che resiste, emerge un ritratto di Carroll come uomo terreno, ambizioso e geniale ma non privo di debolezze e contraddizioni, un Carroll certamente più realistico delle mitizzazioni tutto bianco o tutto nero, fatte da adoranti sostenitori e livorosi detrattori.
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