13 gen 2012

Il lato oscuro di Freud. L’uomo dietro il mito.


Sigmund Freud (1856-1939)
Il titolo “Crepuscolo di un idolo - Smantellare le favole freudiane” (prima traduzione italiana 2011) testimonia da subito le intenzioni del saggio, ovvero la demistificazione di Freud; Nietzsche è il riferimento interpretativo chiave (come il titolo sottende con il chiaro rimando al celeberrimo “Crepuscolo degli idoli”) in questo processo di distruzione e disvelamento, insomma filosofare col martello avendo per obiettivo quella religione contemporanea che va sotto il nome di “Psicoanalisi” o “Freudismo”
Il saggio di quasi 500 pagine si legge con grande piacere e rapidità; lo stile è fresco, divertente; l’analisi lucida, provocatoria fino al sarcasmo,  si accompagna a un riassunto di taglio divulgativo della teoria freudiana e dei suoi concetti fondamentali. Il libro è stato un caso prima in Francia e poi internazionale in quanto ha suscitato aspre reazioni da parte delle Società Psicoanalitiche di varie nazioni, ma al di là dell’intenzione (almeno per quanto mi riguarda) il libro non lascia dietro di sè alcun cadavere, semmai (e forse al di là delle pose irriverenti, è davvero questa l’intenzione) rinnova l’omaggio verso le intuizioni di chi inevitabilmente fu “umano, troppo umano” per reggere alle aspettative superomistiche dei tanti discepoli (non tutti brillanti) che ne furono folgorati.
L’autore è il filosofo francese Michel Onfray, personaggio interessante della cultura contemporanea francese (e non solo), ha pubblicato molti saggi dal carattere polemico, tra le molte iniziative a lui ascrivibili ricordiamo la “Université Populaire de Caen” ovvero una vera e propria università senza costi di iscrizione e senza sbarramenti formali all’insegnamento, un vero omaggio al diritto alla cultura.

Il ritratto finale di Freud che si delinea nel saggio è quello di un uomo ambizioso e spregiudicato, il cui pensiero e le cui intuizioni evolvono nel tempo e talvolta contraddicono le precedenti, e pur tuttavia Freud agì sempre (anche piegando la verità alla sua ambizione) in modo da apparire uno scopritore, uno scienziato che anche laddove ammette un errore afferma di stare in realtà procedendo per falsificazioni e conferme progressive in base ad un rigoroso scientismo. In realtà i diari e le lettere dello stesso Freud, le testimonianze e i fatti in generale  raccontano il sogno di un uomo dalle grandi intuizioni, non esente da difetti e fissazioni personali, che si volle “scopritore” di un mondo dietro il mondo, del quale forse fu piuttosto in qualche modo l“inventore”
Michel Onfray
Non stupisce la reazione quasi violenta delle Società di Psicoanalisi, i custodi dell’ortodossia; qua è la nel libro emerge il lato oscuro dell’uomo Freud, preda delle proprie contraddizioni tra pulsioni misogine, onaniste, incestuose e persino antisemite (orribile auditu). I cenni al Freud che rinuncia alla pretesa di convincere i pazienti (tutti e sempre) di essere stati vittime di stupro da parte dei genitori, solo perchè in questo modo è difficile non perdere i clienti; oppure il Freud che dorme durante le sedute e si difende affermando che in questo modo i due inconsci (del terapeuta e del paziente) possono sintonizzarsi meglio; ecco questi e altri fatti (accertati e testimoniati dallo stesso Freud) non possono non generare imbarazzi e dubbi. 
Nonostante ciò la lettura di questo libro è stata per me di stimolo ad una rilettura dei grandi classici freudiani, l’umanità di Freud (con tutte le sue bassezze) non è per me cosa affatto scandalosa, in fondo lo stesso Onfray nella prefazione dichiara il proprio amore per Freud che insegnò secondo la vulgata apologetica per circa 20 anni. 
Onfray rivive il parricidio platonico demistificando Freud, ma questo potrebbe anche interpretarsi come una ripetizione del “Pasto totemico” scoperto/inventato da Freud stesso.

Ritengo che il libro cerchi di mostrare come la psicoanalisi freudiana istituisca un cerchio magico, un corto circuito ermeneutico che tutto spiega e comprende (specie l’ìnspiegato e l’illogico) e rispetto al quale è difficile sottrarsi per quanto vigili e attenti alle sue contraddizioni.
Al termine del saggio Onfray cita l’ultimo Freud, quello dell’incompiuto “Compendio di Psicoanalisi“ del 1938: “Può darsi che in futuro qualcuno ci insegnerà come influenzare direttamente, con speciali sostanze chimiche,  le quantità energetiche e la loro ripartizione nell’apparato psichico. E forse verranno alla luce altre potenzialità della terapia che adesso non possiamo neppure sospettare”.

Lettura consigliatissima sia per i fan di Freud sia per i suoi detrattori.


[ Crepuscolo di un idolo - Smantellare le favole freudiane / Michel Onfray / Ponte alle Grazie ]