1 giu 2011

William S. Burroughs - Lo chiamavano “il prete”, fu lo sciamano dei Beat.

"il Prete"
Tutto nella vita di William Seward Burroughs (1914-1997) è stato eccessivo, persino la durata visto che malgrado gli eccessi di tutti i tipi, contro ogni pronostico, è morto alla veneranda età di 83 anni. Americano di famiglia aristocratica e ricca, si laureò ad Harward, poi il resto della sua vita è totalmente fuori dagli schemi: tossicomane, spacciatore, artista, scrittore; per oltre cinquant’anni ha perseguito ogni sorta di sperimentazione: spedizioni nella giungla, droghe, stili di vita alternativi, scrittura creativa, stravaganti esperimenti di magia. 
Burroughs era uno dei Beat, anzi il più vecchio visto che anagraficamente apparteneva alla generazione precedente; lo si poteva capire anche dal vestire, classico, in rendigote e cappello, sempre di nero, che gli valse il soprannome de “il Prete”. Il più estremo dei beat abusò del proprio corpo come pochi altri, la droga (tutte le droghe) fu una presenza costante nella sua vita e anche quando dopo molti anni ne uscì, continuò a condizionarne il pensiero e la creatività. Tra i suoi sodali e amici Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Ian Sommerville, Gregory Corso, Peter Orlowsky, Bryon Gysin. 
Ginsberg - Carr - Burroughs
Passò circa mezzo secolo vivendo ai margini (reietto sociale, tra abissi di degrado fisico e morale) pensando solo a spingersi sempre oltre, schivo fino alla paranoia, quando viveva in Marocco  aveva sviluppato una tecnica per diventare invisibile, nel senso che riusciva ad evitare di entrare in contatto con la varia umanità disperata che normalmente lo avrebbe assediato di richieste e/o profferte di ogni genere, scivolando tra la folla come un’ombra, perfettamente adattato e confuso nell’ambiente, diventato virtualmente trasparente. Per contro è  divenuto un mito vivente, un’icona (persino per i Beatles che vollero omaggiarlo inserendolo nella celebre copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band). 
Burroughs ha trascorso gli ultimi anni in un ritiro fin troppo borghese tra gli amati gatti in una anonima cittadina di provincia, ma non senza continuare a sperimentare: collage di tracce audio, comparsate in dischi e videoclip (es. Kurt Kobain, U2), quadri ottenuti sparando a contenitori di vernice con il proprio fucile.
In mezzo, tutto il possibile e anche di più: la vita da fuorilegge (spacciatore, consumatore di droghe, ladro); l’omosessualità (sbandierata in pieno maccartismo, quando la sodomia era reato) ma anche una famigliola quasi standard, con una moglie (morta nel 1951 per un  colpo di revolver alla testa sparato dal marito mentre giocavano a Guglielmo Tell) e un figlio; le spedizioni nella giungla della Colombia (come un Indiana Jones tossicomane alla ricerca della droga perfetta).  

Burroughs viaggiò molto e visse anche per alcuni anni in luoghi diversissimi: fu a New York nei primi anni ’40,  per poi virare a sud Texas, Luisiana, Messico; toccò il fondo a Tangeri (la vera “Interzona”, zona franca, crocevia di traffici illegali, qui discese l’abisso autodistruttivo della depressione sprofondando sempre più tra droghe, sesso mercenario e cimici) tra il ’58 e il ’60, seguiranno Parigi, Londra, il ritorno negli Usa e infine il buen retiro a Lawrence.
Quanto alle opere, “il Prete” si caratterizza per la crudezza delle descrizioni, un vero pugno nello stomaco, allucinato e con una tendenza per il disgustoso: fluidi corporei,  amplessi, sodomia, tossico dipendenza, percezioni distorte, creature mostruose, droghe per il controllo della mente, critica del totalitarismo, cospirazioni, sesso omosessuale, scene di morte, eiaculazioni, impiccagioni, insetti parlanti, bombe atomiche, flash back, western, pirati, malattie mortifere, futuri alternativi, e molto di più.
Bill con la pistola
Il capolavoro assoluto è “Il pasto nudo” (orig. Naked Lunch), che esplose come una bomba  al neutrone nell’America benpensante quando fu pubblicato per la prima negli Usa nel 1962 dopo tre anni di censure, resistenze, veti e accuse di oscenità seguite alla prima edizione di Parigi nel 1959 ad opera dell’editore pornografo Girodias. 
“Il pasto nudo” descrive una sorta di gironi infernali, un perenne stato allucinatorio, esseri mostruosi, droghe per il controllo mentale, cospirazioni totalitarie, omosessualità ostentata, morte. Del tutto fuori dall’ordinario per stile e contenuto, come spiegò lo stesso Burroughs il libro si articola in tre movimenti, la semplice trasposizione degli incubi da droghe, la rivisitazione artistica di tali allucinazioni e infine l’estrapolazione del significato profondo. Un libro dirompente e politico, intenzionalmente crudo, urticante, sadico, grottesco, uno schiaffo menato per fare male. Un incubo allucinato che sa vedere chiaro dietro la patina illusoria della normalità che occulta violenza e forme di controllo globale. I manoscritti da cui Burroughs trasse Naked Lunch risalgono al periodo di Tangeri (1954/58), fu lì che maturò l’idea dell’Interzona, una sorta di limbo (spazio fisico e mentale) dove la normalità borghese è sospesa e dove le pulsioni non vengono frenate e le fantasie (anche quelle più sadiche) si realizzano, qui il “sistema” mostra il suo lato oscuro, un mondo di feroce violenza popolato di diseredati e perdenti.
Al Festival delle Arti di Edimburgo nel ’62 dopo l’accorata difesa di Burroughs per il proprio libro che riceveva resistenze alla pubblicazione in America, Mailer concluse: ”Forse che dovremmo penetrare questa terribile barriera di sesso, sadismo, oscenità, orrore e altro, perché, in qualche modo, la coscienza dell’uomo occidentale è divenuta, nell’insieme, fangosa, rifiutandoci di entrare? E perché i nazisti sono stati così atroci, dobbiamo, per il resto della nostra vita, rifiutarci di guardare questi fenomeni? Noi dobbiamo superare questa limitazione, ecco perché dò il benvenuto al romanzo del signor Burroughs: egli vi è penetrato più di qualsiasi scrittore occidentale di oggi.” ...finalmente sdoganato, iniziò il mito.
Burroughs è l’inventore di una tecnica di scrittura che potrà destare qualche stupore: il Cut-up che prevede la scomposizione e ricomposizione del testo mediante un processo di taglia e incolla; a questo aggiunse il Fold-in mediante il quale si mescolano testi di autori diversi; una sorta di processo quasi meccanico (che Burroughs chiama Routine) che altera  il testo fino a costruire un nuovo messaggio. (Non vi ricorda “La biblioteca di Babele” di Borges?)  
Detto questo risulteranno comprensibili le polemiche che nel 1983 accompagnarono la sua nomina tra i membri dell’Accademia Americana e Istituto di Arte e Lettere: molti polemizzarono sul fatto che i libri di Burroughs erano frutto del caso, con il suo cut-up e fold-in infatti “non scriveva”,  faceva collage rubando spunti qua è là; altri resuscitarono i vecchi ritornelli: pornografia, sadismo, oscenità. Ciò nonostante Burroughs fu nominato membro dell’Accademia. Per tutta la vita aveva preconizzato le strutture di controllo e denunciato il “sistema”, ora a 69 anni, il “Sistema” invece di espungerlo cercava di renderlo inoffensivo inglobandolo, letteralmente assimilandolo. Burroughs accettò con un piccolo inchino. Più tardi avrebbe detto all’amico Meyer: “Quella gente vent’anni fa andava dicendo che il posto più adatto a me era la galera. adesso vanno fieri che io appartenga al loro gruppo. Non li ho mai ascoltati prima , e non gli darò certo retta adesso”.
Scegliendo nella vasta produzione di Burroughs oltre al succitato “Pasto nudo”, consiglio:
La scimmia sulla schiena (orig. Junkie 1953) - Un crudo e realista resoconto autobiografico sulla dipendenza dalla droga. A dispetto di quanto si potrebbe pensare è un libro contro la dipendenza da droghe che cerca di indicare una via d’uscita.
Burroughs e Kerouac
La morbida macchina (orig. The soft machine 1961) - Ottimo esempio della tecnica cut-up inventata da Burroughs “Tagliate le linee delle parole! Fate a pezzi le immagini di controllo! Fate a pezzi la macchina di controllo!”
Sterminatore (orig. Exterminator  1966) - Una raccolta di racconti. Consigliatissimo è probabilmente il miglior approccio allo stile di Burroughs, iniziare con Naked Lunch sarebbe come pretendere di familiarizzare con le tecniche di scalata partendo subito in cordata sulla parete nord del Eiger.
Le lettere dello Yage (1963) - Raccolta della corrispondenza Burroughs/Ginsberg relative alle rispettive sperimentazioni di una droga allucinogena da presunti poteri telepatici, lo  Yage
Le città della notte rossa (orig. Cities of the red night 1981) - Storia di pirati à la Burroughs. La storia vera della leggendaria colonia “Libertatia” fondata da un gruppo di pirati guidati dal capitano Mission verso la fine del seicento in Madagascar, il tutto virato sull’immaginario di Burroughs. Una storia alternativa frutto di Cut-up, Fold-in e spostamenti temporali dove si mescolano passato e futuro. Bellissimo!


In Italia le opere di Burroughs sono pubblicate da SugarCo; alcuni titoli sono reperibili anche come Adelphi, Arcana e Shake.
Altri titoli troveranno spazio in ulteriori post.
BIOGRAFIE, consiglio:
  • Fuorilegge della letteratura (di Ted Morgan 1988) - Ricca e interessante biografia che ha il pregio di fare un quadro della cultura e dei pregiudizi dell’epoca in cui Burroughs scriveva i suoi libri più controversi. reperibile in italiano nella bella edizione SugarCo.
  • La vita e l’eredita di William S. Burroughs (di Graham Caveney 1997) - Un vero feticcio, foto, disegni, collage, interviste curiosità. Per i fan imperdibile.
- Curiosità_-
Nel 1991 il regista David Cronenberg ha tentato l’impossibile con una trasposizione cinematografica dell’immaginario di Burroughs, il film intitolato “Il Pasto nudo” (orig. Naked lunch) mescola episodi biografici ed elementi dei romanzi. Lo stato allucinatorio e la natura organica della droga per il controllo è reso con maestria, fantastica la macchina per scrivere vivente a metà tra incubo e sogno erotico. Come per i libri: inadatto a stomaci delicati.  

Per i veri fan segnalo “The Naked Lunch - The restored text.” (testo originale in inglese) nell’edizione Grove Press NY, curata da James Grauerholz e Barry Miles, con la trascrizione della versione restaurata del manoscritto originale. Io ho avuto il piacere di comprarne una copia a San Francisco nella celeberrima libreria City Lights Book, tempio dei Beat. Comunque si può ordinare online.