Museo di Storia Naturale di Londra |
La paleontologia, ovvero quella branca delle scienze naturali che studia gli esseri viventi vissuti nel passato geologico, può a prima vista apparire quieta e polverosa come i fossili che studia, persino noiosa quando invece è popolata di curiosi personaggi: avventurieri simili Indiana Jones, scienziati e viaggiatori, predoni e contrabbandieri di fossili.
Homo diluvii testis |
Il libro “Fossili fantastici e chi li ha trovati” ripercorre la storia della paleontologia attraverso 25 scoperte tra le più importanti. Un viaggio tra mostri colossali, sfide all’ultimo ritrovamento, geniali intuizioni e solenni cantonate. La scienza si sa procede per falsificazione e anche la paleontologia non fa eccezione. Nel 1726 lo studioso svizzero Johan Scheuchzer studiò uno scheletro fossile e arrivò a battezzarlo addirittura “homo diluvii testis” (uomo testimone del diluvio), l’idea era che quello scheletro fosse appartenuto ad uno dei giganti (tramandati dalla tradizione) perito durante il biblico Diluvio. Oggi sappiamo invece che ciò che fu scambiato per il bacino e la colonna vertebrale di un umanoide altro tre metri è in realtà lo scheletro di una salamandra gigante vissuta tra i 5 e i 20 milioni di anni fa.
Il potenziale attrattivo di questi scheletri preistorici è stato ampiamente sfruttato e non solo dal cinema moderno. Già nel 1800 si organizzavano diorama e ricostruzioni con i dinosauri, la maggior parte delle quali oggi sappiamo essere grandemente erronee. Oggi sappiamo che i discendenti moderni più prossimi di questi mostri preistorici sono gli uccelli ma all’epoca li si scambiò erroneamente (comprensibilmente, considerato l’aspetto a prima vista) con lucertole giganti, di qui il nome "dinosauri" (etimologicamente: lucertola straordinaria) coniato nel 1842 dal paleontologo britannico Richard Owen il quale poi nel 1870 fondò il Museo di storia naturale di Londra.
Nel 1800 la paleontologia incominciava a prendere piede, parallelamente si scoprivano intere civiltà perdute (nel 1840 la spedizione nello Yucatán degli esploratori John Lloyd Stephens e Frederick Catherwood, che fece conoscere al mondo i resti della civiltà Maya), inoltre cresceva l’interesse per l'antico Egitto, spinto dalla riscoperta napoleonica pochi decenni prima. Poi c’era Darwin ("L'origine delle specie" è del 1859) e le scoperte di fossili che si moltiplicavano, come lui stesso aveva pronosticato. Si scatenò persino quella che fu chiamata la "guerra degli ossi", che vide competere Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh nella ricerca di sempre nuovi fossili per quasi 30 anni. Anche sul piano dell'immaginario si consolidò persino un genere letterario, quello del “mondo perduto”, si pensi a "Viaggio al centro della Terra" di Jules Verne che è del 1864, e ancora decenni dopo "Il mondo perduto" di Arthur Conan Doyle pubblicato nel 1912.
Donald R. Prothero |
Si legge come un romanzo di Verne ma è tutto vero, consigliatissimo!
[ Fossili fantastici e chi li ha trovati / Donald R. Prothero / Aboca ]