Surreale, incantevole, magico... le parole giuste per il delizioso racconto del giovane Régis (classe ’73) parigino di nascita che ora vive in Brasile.
Régis de Sa’ Moreira |
Si parla di una libreria tutta speciale, che non chiude mai, dove i libri sono ordinati come in uno zoo: libri domestici, selvatici, onnivori, carnivori o con altri criteri altrettanto originali; il libraio che ci vive (perché non lascia mai la libreria) è un uomo di umore malinconico, quando non legge, sogna (di leggere) e quando non sogna, legge: tutte quelle vite, tutti quei pensieri racchiusi nei libri sono per lui una presenza (una famiglia, una divinità) verso cui prova amore e riverenza insieme.
A volte il libraio rifugge i clienti e altre li stimola suggerendo titoli in modo casuale solo per scoprire che effetto susciterà; tisane e musica fanno parte degli esperimenti che pratica su libri, clienti e sè stesso; vive un tempo sospeso che pure procede rapido e immobile, come in un sogno; il caos apparente dell’illogicità dei comportamenti del libraio si armonizza nel sogno della libreria che non chiude mai, producendo una surreale armonia.
l libraio di tanto in tanto strappa una pagina a un libro e la spedisce a sorelle e fratelli che rispondono regolarmente con brevi lettere, simbolicamente si potrebbe interpretare come una distribuzione amorevole di pezzi della propria anima fedele al gioco di slittamenti e corrispondenze poetiche tra sogno e realtà che pervade l’intero racconto. In tal senso citiamo le ultime righe del libro:”I libri si misero a sognare gli uni gli altri. Il libraio riaprì il suo libro interiore e andò all’ultima pagina”.
[ Il libraio / Régis de Sa’ Moreira / Aìsara ]