Emanuele Artom |
Il prezioso volume edito da Bollati Boringhieri segna la prima pubblicazione integrale dei diari di Emanuele Artom, intellettuale ebreo piemontese, partigiano che fu catturato dai tedeschi, torturato e ucciso dai filo-nazisti nel 1944.
Il giovanissimo Artom (1915-1944) era una persona colta e mite, suo malgrado prese la via delle montagne e della resistenza, non voleva sottrarsi bensì voleva "les mains sales".
Nei diari emerge forte la sua complessa personalità, la lucidità e ampiezza del suo sguardo tra le miserie e la durezza della guerra civile.
Colpiscono le annotazioni sugli orrori delle liste di proscrizione nella "educata" Torino, le riflessioni sul sistema scolastico e l'importanza attribuita all'educazione e alla cultura, l'impegno partigiano e lo sforzo di una visone politica complessiva che aprisse la via per un domani migliore a chi sarebbe venuto dopo, anche a rischio di quella vita che purtroppo fu stroncata in modo tanto selvaggio da belve in divisa: gli aguzzini di Artom erano suo compatrioti, italiani, uomini come lui (che belve fossero solo i tedeschi è solo cattiva coscienza, la favola di cui ci si vorrebbe convincere; altro che italiani brava gente).
Il diario manca di alcune pagine bruciate dallo stesso Artom ed i nomi spesso sono omessi o cambiati per ragioni di "sicurezza", ma la voce dell'autore giunge forte e nitida.
Una lettura stimolante, commovente, chiarificatrice. Una memoria che non deve essere dimenticata tanto più oggi che il tempo inesorabile spegne ad uno ad uno la voce dei testimoni diretti.
[ Diari di un partigiano ebreo (gennaio 1940 - febbraio 1944) / Emanuele Artom - a cura di Guri Schwarz / Bollati Boringhieri ]