La plastica nei mari è ormai un problema globale, un'emergenza seconda solo al cambiamento climatico. A questa emergenza non a caso è dedicato un intero obiettivo dell’"Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile", precisamente l’obiettivo n° 14, "La vita sott'acqua - Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per lo sviluppo sostenibile”.
La lettura del saggio causa un certo sgomento appena attenuato dall'allegra grafica colorata: i numeri parlano, anzi gridano! Stiamo avvelenando le acque del pianeta, no anzi, abbiamo già avvelenato gran parte dell'ecosistema e dei viventi che vi abitano, compresi noi stessi, la specie umana. Già perché quanto accade non è un cataclisma naturale ma la conseguenza dell'azione umana: la plastica è entrata nell'ecosistema, dilaga ovunque trasportata dalle acque e produce effetti nefasti. La plastica, frammentata e miniaturizzata, fin oltre la soglia del visibile umano, si trova ormai in ogni angolo del pianeta, anche a enormi distanze rispetto ai luoghi dove per la prima volta ha raggiunto un corso d'acqua. Insomma, un effetto globalizzato.
Il mare Mediterraneo non è in buona salute, anche se come superficie equivale a meno del 1% della superficie dei mari nel mondo, come accumulo di rifiuti è al 6° posto. L’Italia è il secondo contributore di plastica nelle acque del Mediterraneo con 34mila tonnellate di rifiuti ogni anno, peggio solo l’Egitto con circa 85mila tonnellate annue.
A livello planetario ogni anno entrano nei mari da 8 a 12 milioni di tonnellate di rifiuti, fatte le dovute equivalenze significa 380 Kg di rifiuti al secondo, un container da 28 tonnellate ogni minuto e mezzo.
Siamo ancora in tempo per rimediare? Probabilmente sì ed è una buona notizia. Ma occorre agire rapidamente e insieme. Istituzioni e governi possono e devono fare molto ma la migliore risorsa sta nell'iniziativa individuale, ogni contributo è importante. La consapevolezza è il primo requisito, la cultura, anche scientifica; poi l'azione, occorre agire sui propri comportamenti, sullo stile di vita, sui propri consumi. La parola d'ordine è sostenibilità. Nel libro sono raccolte alcune esperienze concrete e qualche buona pratica.
Una lettura consigliata per migliorare la propria conoscenza e soprattutto per trovare spunti per agire e contribuire al cambiamento. A tutti noi: bonne chance!
[Atlante mondiale della zuppa di plastica / Michiel Roscam Abbing / Edizioni Ambiente]